Dopo l’interesse popolare che sta segnando i social network, arrivano le prime reazioni ufficiali politiche sul caso Calai e sul Piano di Valorizzazione della ASL approvato ieri dal consiglio comunale. Un comunicato letteralmente “di fuoco” quello del consigliere regionale dell’UDC Sandra Monacelli, che ha definito ‘uno scempio‘ l’operato dell’amministrazione comunale.
Secondo Monacelli, quello votato ieri è un piano di svendita e di demolizione e non di valorizzazione. “Un autentico scempio nel quale Asl 1 e Regione Umbria, che è la regista occulta di tutta l’operazione, hanno avuto vita facile con l’attuale amministrazione comunale gualdese nel far passare un progetto che di fatto seppellisce ogni speranza di rinascita di quell’area e dell’intero centro storico.”
“Anziché ripagare i gualdesi per la chiusura del loro ospedale come sbandierato decine di volte dai vari amministratori regionali, presidente Marini in testa – prosegue la Monacelli – con questa operazione Asl e Regione alla fine si metteranno in tasca un bel po’ di quattrini grazie al cambio di destinazione d’uso dell’area, gentilmente concesso dalla giunta gualdese, con conseguente messa in vendita delle palazzine come locali ad uso residenziale-commerciale. Quindi piano di valorizzazione sì, ma dei bilanci dell’Asl. Già con il solo trasferimento dell’Easp presso il Calai l’operazione sarebbe stata mediocre e al ribasso, ora che anche quella struttura resterà dove si trova e addirittura verrà abbattuta la “stecca” del Calai in base a fumose considerazioni dei tecnici Asl, neanche verificate dagli uffici comunali, l’intervento sarà addirittura deleterio per la comunità gualdese, che aveva pagato con soldi propri quell’immobile”.
Sandra Monacelli ricorda i punti salienti dei protocolli d’intesa precedentemente sottoscritti. “Era prevista una messa a norma, a spese dell’Asl, dell’intera struttura, oltre alla presenza di nuovi servizi. Il comune di Gualdo Tadino non avrebbe dovuto spendere un centesimo. E il mutuo acceso dall’Easp sarebbe stato ripagato dai pazienti inviati dalla Asl. Questi erano gli accordi“.
Paradossale la situazione Easp, praticamente ferita a morte dall’apertura a Branca del reparto di Rsa. “Per prima denunciai questa iniziativa, definendo a quel punto “carta straccia” il protocollo d’intesa firmato pochi mesi prima – dice Sandra Monacelli – Anzichè avere il sostegno dell’amministrazione dell’epoca, che avrebbe dovuto far sentire la propria voce verso Asl e Regione, venni attaccata. Il tempo è galantuomo e ora che il vero piano di Asl e Regione è venuto alla luce, indubbiamente la “Cassandra” aveva visto giusto. Purtroppo“.
Per finire un appello ai cittadini e alla società civile. “Sta a loro cercare di fermare questo scempio, sta a loro far sentire forte la propria voce se non vorranno vedere andare irreparabilmente in frantumi una delle poche possibilità di rinascita economica della città. L’amministrazione comunale e il monocolore Pd che governa Gualdo Tadino con questa sciagurata iniziativa si sono assunti un’enorme responsabilità di fronte alla popolazione e hanno mostrato quanto debole sia il loro peso nei confronti degli altri enti territoriali. La Regione Umbria, che in vista delle prossime elezioni ha già iniziato a fare passerella a Gualdo con i suoi massimi rappresentanti, mostra una volta di più quanto tenga in considerazione la città e l’intera Fascia Appenninica. Non solo l’ha abbandonata a se stessa, ma, con l’avallo e l’inerzia dell’esecutivo gualdese, la considera come territorio da saccheggiare.