E’ iniziato il 2 luglio il processo per la morte di Ofelia Bontoiu, la ragazza uccisa in una camera d’albergo di Gualdo Tadino l’8 marzo 2014.
Davanti alla Corte d’Assise di Perugia, presieduta dal giudice Gaetano Mautone, a latere Luca Semeraro, è comparso il 29enne Danut Barbu, il fidanzato che poche ore dopo l’omicidio ha confessato di aver reciso la gola della donna che diceva di amare, Ofelia. Lui si era procurato le ferite ai polsi con lo stesso taglierino usato per martoriare il giovane corpo della donna.
Un delitto efferato che sarebbe riconducibile alla rabbia covata dall’uomo per un possibile rifiuto della ragazza di seguirlo in Inghilterra. Per lui l’accusa è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. In aula erano presenti i genitori e i fratelli della vittima che si sono costituiti parte civile assistiti dall’avvocato Daniele Gubbini. L’imputato, durante le sue dichiarazioni spontanee, ha chiesto perdono ai familiari di Ofelia dicendo che al momento dell’omicidio non era in sé e che non riesce a spiegarsi quanto fatto.
Il giudice ha respinto la richiesta della difesa, rappresentata dall’avv. Antonio Cozza, di rito abbreviato condizionato allo svolgimento di una nuova valutazione medica come già avvenuto davanti al gup all’inizio di quest’anno, dopo che una prima perizia psichiatrica aveva riconosciuto la capacità di intendere e volere di Barbu.
La tesi della difesa è che il giovane uomo non era completamente in grado di intendere e di volere, né al momento del femminicidio, né quando il perito nominato dal Gup lo ha visitato dichiarandolo sano di mente a causa degli psicofarmaci assunti. In sede di ammissione delle prove, l’avv. Cozza ha di nuovo chiesto altre perizie (psichiatrica e farmacologica). Su questo la Corte si è riservata la decisione dopo aver sentito i consulenti della difesa e della procura.
Si andrà dunque avanti con il rito ordinario. La prossima udienza è fissata per il 9 luglio quando compariranno davanti ai giudici i testimoni chiamati dal pubblico ministero.