Silvio Berlusconi che si ferma ad ammirare Matteo. No, non si tratta di un rinato feeling con il presidente del consiglio, ma di un apprezzamento per l’opera l’ “Albero genealogico della stirpe di David” dell’artista gualdese presente nella mostra “Il tesoro d’Italia” curata da Vittorio Sgarbi all’interno del padiglione “Eataly” di Expo 2015.
Berlusconi, accompagnato dal commissario unico di Expo Giuseppe Sala, è stato invitato dal curatore Vittorio Sgarbi. Non sono mancate parole di apprezzamento del presidente di Forza Italia per il pittore-notaio Matteo da Gualdo ed il suo albero della vita, particolarmente amato dal critico d’arte e scelto tra i simboli principali della mostra, che con dovizia di particolari si è soffermato a lungo nel mostrare l’opera di proprietà del Comune di Gualdo Tadino, conservata presso il Museo Civico Rocca Flea. Il capolavoro di Matteo da Gualdo, inoltre, rappresenta l’Umbria nell’ultimo libro di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, dal titolo “Nel blu. La biodiversità italiana figlia dei venti”, che vede il contributo di altrettanti personaggi illustri quali Alessandro Baricco, Paolo Crepet, Carlo Petrini, Vittorio Sgarbi e Giovanni Soldini. Nella sezione a cura di Vittorio Sgarbi è stata selezionata per la nostra regione l’opera di Matteo.
“Il Tesoro d’Italia” è una esposizione di 250 capolavori dell’arte italiana, articolata per regioni, che vede ben tre opere del patrimonio culturale di Gualdo Tadino protagoniste, che compongono le collezioni dei musei Rocca Flea e Opificio Rubboli: la preziosa tavola dipinta su fondo oro di Matteo da Gualdo, capostipite di una singolare famiglia di notai-pittori, attivo nella seconda metà del Quattrocento, raffigurante l’Albero genealogico della stirpe di David e due magnifiche maioliche a lustro della Società Ceramica Umbra – Paolo Rubboli, progettate da Aldo Ajò e lustrate dai fratelli Lorenzo e Alberto Rubboli alla fine degli anni ‘20 del Novecento.
Soddisfazione per l’andamento della mostra è stata espressa sia dal primo cittadino Massimiliano Presciutti, che dal direttore del Polo Museale Catia Monacelli.