GUALDO TADINO – Il Museo Opificio Rubboli si arricchisce da oggi di un nuovo manufatto. E’ quello donato dal concittadino Fabbrizio Bicchielli, che sarà in mostra già da domani nella seconda sala dedicata alla produzione di Daria Rubboli. Si tratta di un piattino proveniente dalla manifattura Rubboli di 20 centimetri di diametro con un ritratto del Perugino.
Marinella Caputo, curatrice del Museo, traccia la scheda del pezzo donato. “E’ una maiolica a lustro probabilmente ascrivibile a un servizio da tavola con busti ritratto di artisti rinascimentali, secondo una consuetudine attestata nell’ambito della sua produzione ottocentesca. Il piattino presenta nel cavetto un ritratto del Perugino alla maniera fiamminga su fondo a lustro rosso, recante la scritta Ars Petrus Perusinus, mentre la tesa è occupata da un tralcio di foglie di quercia e ghiande, elegantemente dispiegato sullo smalto bianco. Il disegno della figura e del fregio ornamentale è sicuro e accurato, tracciato in blu con uso di chiaroscuro nelle ombreggiature del volto e trattini a reticolo nella cupola delle ghiande. E’ interessante notare come le foglie siano divise in due parti, una disegnata solo nel contorno e riempita dal lustro rubino, l’altra dipinta in blu con il lustro oro che crea l’effetto cantaride, come viene definito il cosiddetto lustro verde che deriva dalla combinazione del blu con l’oro.
Nel Museo Rubboli sono esposti un pregiato servizio di piatti in terraglia con busti di imperatori romani e un piattino con ritratto di Raffaello, appartenenti alla fase di Paolo Rubboli che costituiscono un confronto interessante per la tipologia del soggetto. Il motivo della ghirlanda di quercia, pur non essendo tipico del repertorio decorativo della Rubboli, compare in un piatto con il ritratto di Giuseppe Bellucci, ispiratore e organizzatore dell’Esposizione Umbra, in occasione della quale Daria Rubboli venne insignita della medaglia d’oro al valore industriale, firmato e datato Ditta Rubboli 1899 – Gualdo Tadino. Il piattino con busto del Perugino può datarsi negli anni finali del XIX secolo, quando la manifattura era guidata dalla moglie di Paolo, Daria Rubboli. La continuità con lo stile inaugurato dal fondatore risulta evidente, anche per la mancanza della firma che comparirà solo all’inizio del secolo successivo”.
L’Associazione Culturale Rubboli ha ringraziato con una nota stampa il signor Bicchielli per aver messo a disposizione della comunità questo prezioso pezzo.