Concessione Rocchetta, blitz in Regione del M5S

La concessione Rocchetta torna al centro delle polemiche. Questa mattina i consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, e la consigliere comunale di Gualdo Tadino Stefania Troiani insieme ai rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste, si sono presentati senza appuntamento presso il dirigente del Servizio risorse idriche della Regione Umbria al fine di chiedere l’esibizione di documenti e di sottoporre direttamente alcune istanze di lunga data, ottenendo informazioni relativamente alle concessioni idriche a favore di Rocchetta SpA.

“Il quadro emerso durante l’incontro conferma l’atteggiamento subordinato e reverenziale della politica della Regione nei confronti della multinazionale – riporta una nota a firma dei tre consiglieri – che, capace di spendere in marketing e pubblicità cifre non lontane dai 50 milioni di euro ogni anno, ha versato nelle casse regionali la risibile somma di 400mila euro di canone annuo per il 2014 (1€ al metro cubo di acqua emunta). Di questo importo medio annuale, in oltre 20 anni è stato poi ‘investito’ sul territorio di Gualdo Tadino l’esiguo, tragicomico ammontare di 16mila euro (DGR 1652 del 19.12.2012).”

Il M5S fa poi riferimento alla richiesta di proroga della concessione da parte dell’azienda. “In realtà si tratta di una richiesta per ulteriori emungimenti, passando dai 16-17 litri al secondo attuali ai 40 litri al secondo – prosegue il comunicato – e questo nonostante la situazione delle falde in loco già sia oggettivamente molto grave. E’ necessario cambiare completamente paradigma, ristabilendo le corrette priorità, dando rilievo agli aspetti etici ed ambientali rispetto a quelli economico-finanziari, che finora l’hanno fatta da padroni, mercificando la nostra risorsa, privatizzata e sfruttata in modo altamente intensivo.”

Liberati, Carbonari e Troiani concludono sottolineando che “il M5S non sarà complice di ulteriori saccheggi e metterà in atto tutte le iniziative possibili e previste dalla legge per contrastare l’ennesima devastazione del territorio, fermando questa logica sconsiderata di mercificazione selvaggia del bene comune per eccellenza. L’acqua è un bene non delocalizzabile: nessuno, specie in Regione, brandisca pertanto il ricatto occupazionale a fronte del necessario e forte aumento dei canoni concessori, specie nei confronti di multinazionali capaci di spendere decine di milioni in pubblicità, senza nulla restituire al territorio, oggetto viepiù di una depredazione senza fine!”

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Redazione Gualdo News
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