La situazione della Jp Industries, in attesa del pronunciamento della Corte di Cassazione sul ricorso dell’azienda contro l’annullamento della vendita della ex Merloni all’imprenditore Porcarelli deciso nei primi due gradi di giudizio, è piuttosto nebulosa. I sindacati dubitano che la Suprema Corte ribalti le prime due sentenze e quindi si stanno attivando per mettere a punto “un pacchetto di iniziative da proporre a tutti i soggetti interessati per ridare la giusta e necessaria visibilità alla vicenda che da anni attanaglia il nostro territorio,”
Lo ha deciso il comitato degli iscritti Fiom-Cgil della J.P. Industries nel corso di una riunione svoltasi al Cva del Biancospino a Gualdo Tadino, alla quale hanno partecipato Luciano Recchioni, Fioravante Fabozzo e Mario Bravi.
Il sindacato intende organizzare una iniziativa pubblica dei lavoratori in una delle realtà più significative del territorio, per chiedere l’avvio delle attività produttive nel sito di Gaifana. “La sentenza della Cassazione dovrà secondo noi – riporta una nota – tener conto delle esigenze vitali rappresentate dal lavoro e dai lavoratori.”
La Fiom Cgil vuole “ridare centralità alla vertenza della Fascia appenninica, che risulta essere la più colpita tra tutti i territori dell’Umbria. In questo quadro ricordiamo che il 12 ottobre scadrà la mobilità per 200 lavoratori, che non avranno pertanto alcun sostegno al reddito, mentre i restanti 400 vedranno ridursi l’assegno di mobilità del 20%.” In questo ambito chiede che le “istituzioni locali, regionali e il governo nazionale dovranno farsi carico di dare una risposta alla più grande crisi lavorativa dell’Italia centrale. I lavoratori J.P. Industries fanno appello e chiedono sostegno a tutti i soggetti interessati, alle forze sociali del paese a partire dalle istituzioni ecclesiastiche e ai 70.000 abitanti della Fascia appenninica perché si rimetta in moto un percorso di mobilitazione che impedisca che un intero territorio venga massacrato dalla crisi.”