Piergiuseppe Pesce ha esposto a Napoli, Milano, Firenze, Los Angeles, Parigi e Budapest, è un manipolatore, un miscelatore di simboli di culture diverse che si esprime mescolando il linguaggio Dada degli inizi del XX secolo e la Pop Art degli anni ’50 avvicinandosi alla corrente post-moderna del Neopop.
Sicuramente non è un artista che passa inconsiderato. Le sue opere hanno sempre un aspetto graffiante e provocatorio, ma stavolta a far parlare non sarà una scultura o una installazione ma un cartellone utilizzato come spazio pubblicitario situato nella principale rotatoria di Gualdo Tadino, all’incrocio tra via Flaminia e via Vittorio Veneto.
Il linguaggio dissacrante di Pesce ha utilizzato questo mezzo per trasmettere il proprio “libero pensiero” sugli italiani, raffigurando il David di Michelangelo di spalle pitturato con il tricolore. “Made in Italy – Popolo di santi, pittori, navigatori, poeti, scrittori, di filosofi, di avvocati, di politici indagati di uomini corrotti. La verità è che siamo un popolo di senza p…. e c… rotti.”
Sicuramente non passerà inosservato e, c’è da immaginarselo, le polemiche non tarderanno ad arrivare.