GUALDO TADINO – E’ iniziato con un omaggio a Carlo Rosi, ultimo presidente della comunanza agraria “Appennino Gualdese”, prima del suo riordino del giugno 2014, il dibattito di ieri pomeriggio al centro Terza Età, sulla questione Rocchetta e usi civici. Hanno coordinato i lavori la presidente della Comunanza, Nadia Monacelli e il vice Danilo Remigi, supportati dall’avvocato Maria Rita Fiorelli, che da quattro anni collabora gratuitamente con l’Ente. Con l’iniziativa di venerdì, la Comunanza ha voluto informare la cittadinanza attraverso la proiezione di video e documenti pubblicati anche sul sito www.appenninogualdese.com).
I primi dati e le delucidazioni fornite riguardano la definizione di “uso civico”, “proprietà collettiva” e sui terreni dati in concessione alla società Rocchetta ponendo l’accento sul contratto stipulato, nel 1952, tra la comunanza e Bellisario Righi. La concessione è poi passata alla famiglia Varnelli nel 1976 e, negli anni ’90, alla Rocchetta s.p.a. Secondo l’Appennino Gualdese, “il contratto originario, visto che la concessione attuale è in prorogatio di quella del 1952, è ancora in essere” in quanto la Comunanza non è mai stata sciolta, bensì è rimasta in una sorta di quiescenza e poi riordinata attraverso le elezioni del giugno 2014 e con la presa d’atto della Regione Umbria nel settembre 2014. I membri della comunanza agraria gualdese, per questi motivi, ritengono che “l’interlocutore fondamentale nella concessione Rocchetta era e deve ancora essere la Comunanza stessa”. E, su questo punto, Nadia Monacelli ha illustrato i documenti riguardanti la posizione dell’Ente e il verbale di una riunione in regione:
2015-09-28, Intervento Regione istanza proroga 2
2015.09.30, Verbale Regione Rocchetta Comune Gualdo Tadino 2
Intervallati da passi dell’enciclica di Papa Francesco “ Laudato si’ “, nel corso del convegno di venerdì, si sono susseguiti video, interventi e domande da parte del pubblico presente.
Tra gli argomenti su cui si è soffermata particolarmente l’attenzione spiccano quelli sulla disponibilità di acqua, sulle ricadute economiche per il territorio di una concessione alla società di imbottigliamento e sulle responsabilità della stessa riguardo ai lavori nella Valle Rocchetta dopo l’alluvione del novembre 2013.
Riferendosi alle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato sulla controversia Idrea-Regione- Comitato Rio Fergia, comuni di Gualdo Tadino e Nocera Umbra, dai dati riportati da Umbra Acque nel giugno scorso e l’allarme lanciato anche la scorsa estate da molte città umbre, per la Comunanza agraria, “appare ingiustificabile la mancanza di uno studio idrogeologico serio precedente ad una autorizzazione amministrativa per la concessione”.
Servendosi anche alle immagini dall’alto della Valle Rocchetta ripresa da un drone nei giorni scorsi, è poi intervenuto il geometra Enrico Finetti che ha fatto sapere: “sono stati incaricati dei tecnici e dei legali per verificare se e quanto ha inciso in modo pesante la mano dell’uomo sul disastro alluvionale. E’ in corso – ha detto – la redazione di una perizia per la verifica delle cause dei danni per come sono state eseguite le opere nel 1992 e nel 1998”.
Si è poi parlato a lungo della deliberazione consiliare varata dal Consiglio comunale che esprime il parere favorevole alla concessione Rocchetta (clicca qui per visualizzare l’atto) e della convenzione tra il Sindaco e l’azienda (clicca qui per leggere la Convenzione).
Nadia Monacelli, ha definito i provvedimenti intrapresi “uno schiaffo a Gualdo Tadino“ e ha annunciato che “saranno intraprese tutte le iniziative necessarie per il rispetto delle regole e il ripristino della legalità”.