GUALDO TADINO – Il Comitato per difesa del Rio Fergia riprende carta e penna per rispondere alle recenti dichiarazioni del sindaco Presciutti e della responsabile del WWF Mara Loreti. Secondo il comitato le proprie affermazioni sulla vicenda Idrea-Rocchetta sono basate su fatti concreti e non su azioni diffamatorie. “Potremmo riportare molti estratti delle motivazioni che hanno indotto il Tar, il Consiglio di Stato e il Commissariato degli Usi Civici di Roma, a condannare in tutte le sedi – dicono dalla sede di Boschetto – Battaglie legali che sono costate alcune decine di migliaia di euro, che hanno inciso nelle tasche di noi contribuenti e non su chi ha volutamente sbagliato, cioè i vari funzionari o politici di Regione dell’Umbria, ARPA Umbria e Comune di Gualdo Tadino”.
Nella nota stampa diramata oggi, scelgono, come esempio, questa sentenza del 6 dicembre 2013, ovvero quella del Commissariato degli Usi Civici in Roma.
Ecco il testo:
“In merito si deve rilevare che Idrea s.r.l., in forza di atti amministrativi invalidi, ha occupato suoli di spettanza collettiva comprimendo i diritti dei civici utenti. In questa sede ha ripetutamente affermato la completa usufruibilità dei terreni di cui. per contro, si poteva desumere la natura civica anche solo dall’esame del piano regolatore di Gualdo Tadino. Nonostante l’estromissione dal procedimento, la Società deve essere condannata alle spese insieme a Comune, Regione ed Arpa Umbria che hanno dato luogo al rilascio della concessione invalida.
Proprio l’inosservanza delle norme in materia , posta in essere dagli enti pubblici interessati al procedimento di rilascio della concessione, impongono che le spese siano poste a loro carico ed a quello della società’ beneficiaria. la comunanza, infatti, che ha agito nell’interesse della collettività’ ed ha visto i propri diritti violati e compressi dalla condotta inottemperante della norma da parte dei suddetti enti pubblici, non deve sopportare alcun onere per aver difeso la legalità. Da ultimo si deve considerare come, proprio in ragione del passaggio delle competenze amministrative in merito agli assetti fondiari collettivi alle regioni, sia stato gravissimo che la regione umbria abbia cosi’ palesemente violato i propri doveri. come rilevato dal tar umbria, gia’ dal piano regolatore di gualdo tadino emergeva la natura civica dei territori ; si sarebbe allora imposta in sede amministrativa un’accorta ricognizione storica di quei fondi ed invece si e’ proceduto a darli in concessione ad un ente di lucro senza alcun rilievo circa la loro natura”.
Secondo il Comitato, quindi, il Commissario degli Usi Civici riconosce loro il merito di aver difeso la legalità. “Contrariamente a loro, noi l’abbiamo fatto senza supponenza – concludono dal Comitato – agendo in nome del solo buon senso e per mantenere inalterate aree inviolate da millenni e, solamente adesso, oggetto del desiderio di speculatori che se ne fregano della nostra storia, del diritto e dell’ambiente, utilizzando anzi anche associazioni e pseudo-personaggi che dovrebbero invece tutelarli in forza dei principi fondanti della loro costituzione.
Sindaco, noi non siamo una macchina da guerra, ma quando vediamo calpestato, banalmente, anche il minimo senso civico, allora non facciamo sconti a nessuno!”