«E giunge il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza! Uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s’accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Questa notte è chiara come giorno pieno e dolce agli uomini e agli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero»: con queste parole le cronache ricordano la realizzazione da parte di San Francesco d’Assisi del primo presepe vivente, nella notte di Natale del 1223.
Ricollegandosi a questa tradizione completamente umbra, la Porta di San Facondino ha deciso di organizzare un Presepe vivente dal titolo “Venite Adoremus” nei giorni 25 e 26 dicembre, 3 e 6 gennaio dalle 17 alle 20 negli orti dell’istituto delle suore del “Bambin Gesù”.
“Un modo per coniugare tradizione, devozione popolare, valorizzazione delle architetture del centro storico e promozione di un’iniziativa dall’altissimo valore culturale, dal momento che l’allestimento del Presepio si avvarrà del prezioso patrimonio costumistico della Porta di San Facondino – spiegano i priori Fabio Pasquarelli ed Elisa Paciotti. Presepe che sarà ispirato all’Adorazione di Domenico Veneziano, capolavoro della pittura tardogotica e rinascimentale.”
Il dipinto fu commissionato a Domenico Veneziano da Piero de’ Medici nel 1438 dopo che il pittore gli aveva inviato una lettera da Perugia chiedendogli di poter lavorare a Firenze ed essere introdotto nell’ambiente mediceo. “Terminata nel 1441, l’Adorazione costituisce una delle opere chiave dell’arte quattrocentesca italiana”, ha scritto il critico Roberto Longhi a proposito dell’opera.
“Pari ai fiamminghi nella verità lenticolare delle ‘province’, pari a Masaccio nella presa di possesso dello spazio, pari all’Angelico nei colori ‘amichevoli’, è una delle opere più esemplari della formazione del maestro”, sottolinea Michele Storelli, membro del comitato di Porta San Facondino.