Lo sai? Dicono che…

Ci è arrivata una lettera in redazione che pubblichiamo integralmente…

“Lo sai? Dicono che….io non ci credo, ma se lo dicono in tanti qualcosa di vero ci sarà; del resto, quando lampeggia da qualche parte piove!

Così un chiacchiericcio messo lì ad arte o, spero per lui, inconsapevolmente, da qualche piccolo uomo (o donna), diventa una quasi verità. In città si diffonde come il vento una non-notizia fino a diventare una calunnia che si propaga nei paesi vicini e si arricchisce di nuovi, intriganti particolari, anche questi inesistenti: una perquisizione e un arresto nel cuore della notte, una storia giovanile precedente, analoga a questa.

Dall’oggi al domani uno stimato professionista, dedito al lavoro, alla famiglia e al sociale, diventa oggetto di chiacchiere da bar che si diffondono negli ambienti lavorativi, nelle scuole, in ospedale, tra i suoi assistiti, tra i suoi amici e agli amici dei suoi figli, fino ad arrivare ai suoi familiari e all’interessato che, come sempre, è l’ultimo a conoscerle.

Questi inizialmente ci sorride sopra, data l’assurdità della questione; ma, poiché la chiacchiera continua e anzi, aumenta nei giorni successivi, per tutelare la propria onorabilità, quella della sua famiglia e la sua professione, sporge querela contro ignoti per diffamazione presso la locale Stazione dei Carabinieri.

A questo punto la storia dovrebbe finire.

E invece no: forse delusi dall’inconsistenza della non-notizia, alcuni cominciano a dire che “…non era lui, ma uno con le stesse iniziali; alcuni suoi amici di gioventù… o forse no, non è lui, ma uno che fa la sua stessa professione”. Così la calunnia non si arresta, ma coinvolge anche altre persone, del tutto estranee a una vicenda che si fonda sul nulla.

Da questa storia il professionista non si è lasciato travolgere; ha esercitato la propria professione, con lo stesso livello di attenzione e competenza; ha rassicurato quanti tra amici, colleghi e subordinati gli hanno riferito della questione, sostenuto dall’amore dei suoi familiari, dalla stima e dall’affetto di quanti lo conoscono e sanno che il motivo per cui viene calunniato è semplicemente fuori dalla realtà.

Purtroppo chi non conosce il professionista può anche credere alla non-notizia, in tutto o in parte, per cui ci vorrà probabilmente del tempo prima che le ombre si dileguino del tutto sul suo conto e su quello delle altre persone coinvolte.

Alcune considerazioni:

– la calunnia è un reato perseguibile per legge e sulla vicenda è stata sporta denuncia-querela per diffamazione contro ignoti, per cui è consigliabile porre un freno alle chiacchiere e alle illazioni del “sentito dire”, poiché si rischiano sanzioni economiche e penali.

-una vicenda umana e professionale costruita sull’impegno e sulla dedizione al lavoro e alla famiglia può essere infangata, anche solo temporaneamente, da qualsiasi cretino si inventi una storia incredibile;

-la responsabilità di quanto sta accadendo non è solo di chi ha inventato la storia, ma anche di chi l’ha diffusa per “sentito dire”, magari arricchendola di altri inesistenti particolari, dicendo “io non ci credo, ma sai che…” credendosi un protagonista per essere venuto a conoscenza di una vicenda così piccante.

Spero che l’imminente Natale riporti un po’ di raziocinio nei pensieri e nei cuori di alcuni nostri concittadini, che si sono lasciati coinvolgere dal passa-parola di una storia immaginaria.

Spero che, tutti quanti, riflettiamo su quanto è accaduto per riappropriarci dei valori su cui si fonda una comunità civile: l’impegno nel lavoro, la dedizione alla famiglia, i buoni rapporti sociali, il rispetto per gli altri e , soprattutto, l’amore per la verità”.

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Redazione Gualdo News
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