Il Museo Rubboli nel libro di Pires, viaggiatore in skateboard

E’ uscito lo scorso novembre sul mercato brasiliano, a cura della casa editrice Besourobox (www.besourobox.com.ar), il libro 18.04 O Caminho che ripercorre il viaggio in skateboard di Alexandre Pires da Dovadola, in provincia di Forlì, sino ad Assisi, percorso conosciuto come il Cammino di San FrancescoL’ex assistente di volo Alexandre Pires ha intrapreso questo viaggio, da cui è scaturito il libro e a cui seguirà un documentario video, per raccogliere fondi da destinare alla realizzazione di una struttura di accoglienza per minori gestita dai frati francescani a Porto Alegre.

Copertina del libro

In una delle tappe percorse, la sedicesima, Alexandre Pires ha sostato con i suoi amici a Gualdo Tadino e ha visitato il Museo Rubboli. Quattro pagine del libro sono dedicate a questa giornata e la storia dell’antico opificio della ceramica a lustro ha appassionato e colpito così tanto l’autore da riservargli un racconto vibrante ed emozionato al quale ha voluto che Maurizio Tittarelli Rubboli, che fu studente all’Università di Lisbona, aggiungesse una sua testimonianza. Eccone la traduzione.

I RAGAZZI DI SAN FRANCESCO
Viviamo in un grande mondo, in un mondo di anime distanti, ma a volte, forse per quelle belle casualità che la vita ogni tanto ci riserva, alcune anime si incontrano e scoprono le proprie affinità elettive, la propria vicinanza e i comuni amori. È quello che è successo quando tre ragazzi brasiliani sono arrivati a Gualdo Tadino e hanno visitato il mio laboratorio di ceramica con il museo annesso, dove la mia famiglia, insieme alle autorità comunali, ha raccolto più di cento anni di tradizione ceramica della famiglia Rubboli. Sono capitati lì quasi per caso e ci hanno raccontato – ero insieme ad alcuni miei amici – il loro progetto per l’infanzia e il percorso francescano che già avevano fatto. Abbiamo così passato uno di quei momenti particolari che si ricordano per sempre, come tra vecchi amici. Eppure venivamo da culture e mondi diversi e lontani. Una lontananza però, completamente azzerata da un comune sentire. Quando se ne sono andati è rimasta quella bella sensazione di positività così rara da trovare e anche nei giorni seguenti ho pensato spesso a loro, alla loro tenerezza e alla loro missione. Penso di non essere credente ma ho creduto e credo che il messaggio francescano e la carità presente in quei ragazzi vadano aldilà del credere o non credere in Dio. La bontà dei loro intenti, la loro speranza di cambiare in meglio la vita dell’infanzia mi erano e mi sono comuni e spero tanto che i loro sogni si avverino. Sono certo che l’energia ancora viva e presente di San Francesco, pur tra mille difficoltà, li aiuterà.

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Redazione Gualdo News
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