Giovedì scorso monsignor Domenico Sorrentino ha festeggiato i suoi dieci anni alla guida della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. Era infatti l’11 febbraio 2006 quando il vescovo faceva il suo ingresso in diocesi. L’anniversario è stato ricordato nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli con la celebrazione serale presieduta dallo stesso presule alla presenza anche delle associazioni “Unitalsi” e “Misericordie”. Una ricorrenza che è coincisa con la celebrazione della prima apparizione della Beata Vergine Maria a Lourdes e della Giornata mondiale del malato.
Da tutta la diocesi sono giunti gli auguri e i ringraziamenti ai quali si è voluto unire anche il patriarca di Gerusalemme per i latini, Fouad Twal: “E’ una bella coincidenza che questo tuo decimo anniversario cada proprio nell’anno Giubilare della Misericordia – ha scritto il patriarca – Assisi e il suo vescovo, infatti, hanno vissuto e praticato la Misericordia con profondo spirito ecumenico molto, molto tempo prima che l’Anno giubilare fosse dichiarato! Per questo tuo felice anniversario non ti auguro niente di nuovo, ma solo di rimanere tale e quale come ti ho conosciuto: buono, accogliente, misericordioso!”
All’inizio della cerimonia il vescovo Sorrentino ha sottolineato che la Giornata del malato è stata celebrata a Santa Maria degli Angeli e alla Porziuncola “sotto lo sguardo della Madre per mettere la malattia, la disabilità e la sofferenza al centro della premura ecclesiale. Ricordo – ha aggiunto – che quando dieci anni fa sono arrivato in mezzo a voi come primo appuntamento ho voluto visitare l’Istituto Serafico e da allora questo istituto mi è entrato nel cuore ed è diventato poi il simbolo della chiesa premurosa, amante della vita che si raccoglie intorno ai fratelli più deboli e si plasma e si mette in cammino semplice, con questa ampiezza di cuore. Dieci anni fa – ha detto – facevo il mio ingresso pastorale ad Assisi. Non vi conoscevo ancora, ma vi portavo già nel cuore. Figuratevi come vi ho nel cuore dopo dieci anni, in cui ho imparato a conoscervi, ho apprezzato la vostra bontà, qualche volta un po’ schiva rispetto al mio impeto napoletano, ma sincera e sentita. Vi ringrazio tanto per ciò che siete stati e rimanete per me. Mi sento un vescovo privilegiato, e mi sentirò a maggior ragione tale se è volontà di Dio che io continui il mio ministero tra voi fino alla fine del mio mandato.”