In Comune è stato presentato da Demetra Energia srl un progetto per l’installazione di un impianto di pirogassificazione. Si tratta di un gassificaore alimentato a cippato di legno.
La conferenza di servizi che dovrà esprimersi in merito è stata convocata in municipio per il prossimo 1 marzo.
Ieri il Movimento 5 Stelle ha depositato le proprie osservazioni e considerazioni su questa proposta.
Il progetto, sospeso il 12.05.2014, è stato ripresentato, integrato e/o modificato a seguito delle osservazioni e prescrizioni avanzate dagli enti preposti, ma per il M5S è ancora “carente sotto diversi aspetti”, tanto che la consigliera comunale Stefania Troiani conferma la posizione espressa all’epoca.
Innanzitutto si contesta che l’approvvigionamento del cippato di legno (circa 2.300 tonnellate l’anno) risulta sovrastimato per quanto concerne il materiale ottenuto dal diradamento, quantificato in 100 tonnellate per ettaro considerando che normalmente dal regolare taglio si ottengono in media 150 tonnellate di legname.
“L’impiego energetico della biomassa deve considerare un uso razionale della stessa, per evitare un rapido degrado ambientale. La responsabilità di garantire il necessario approvvigionamento viene ascritta ai fornitori, di conseguenza cosa succederebbe se non avessero più tale capacità negli anni a venire? Con quale altro materiale si alimenterebbe l’impianto?-, si domandano i 5 Stelle.
Per quanto riguarda le emissioni: le stime indicate nel progetto rientrano nei limiti di legge, ma questo, secondo i pentastellati, ” non sempre significa a garanzia della salute dei cittadini.” A questo proposito, il Movimento cita le nanopolveri inferiori a 2 micron che non sono misurabili, oltre a non essere filtrabili, e “sono le più pericolose poiché penetrano nelle cellule addirittura per osmosi“. Sugli ossidi di azoto, inoltre, non esiste un limite al di sotto del quale siano ritenuti innocui per la salute. “Inoltre, sebbene la pirolisi sia un trattamento termico di dissociazione molecolare in assenza di ossigeno, non è possibile eliminare quest’ultimo completamente, per cui anche durante la pirolisi si ha l’ossidazione di alcuni composti Successivamente, il prodotto della pirolisi (syngas) viene bruciato per ottenere calore ed energia elettrica, pertanto trattasi di vera e propria combustione. Nel bilancio totale, che ricomprende anche le emissioni dei mezzi di trasporto, vanno considerati gli effetti cumulativi delle aziende già presenti. Con l’attivazione di questo impianto, si stima un aumento di emissione del solo particolato del 20%. Ma, nella relazione di sostenibilità ambientale allegata al progetto, si afferma che l’impianto “garantisce una tutela della salute pubblica”
Sulla tipologia dell’impianto, il Movimento contesta che la tecnologia non è consolidata ed è a bassa efficienza. Si cita per questo un documento del prof. Tamino, docente di Biologia e Diritto Ambientale all’Università di Padova.
Ci si chiede, inoltre, se tale impianto è in linea con la vocazione del territorio e che ricadute avrà sul valore dei i beni, sulle attività, sulla rete economica locale.
In merito al consumo di acqua (circa 700 metri cubi/anno) il M5S sottolinea che le acque di condensa conterranno idrocarburi, ammoniaca, azoto, tanto da risultare “rifiuto speciale” (420 ton/anno). Si prevede il loro trattamento con acido solforico e il successivo conferimento nella pubblica fognatura, “ma inevitabilmente si produrranno sali di zolfo, solfati e cloruri vari, anch’essi da dover smaltire (12 ton/anno). L’ipotizzato uso degli stessi come fertilizzanti agricoli sembra del tutto arbitrario e non supportato da necessaria documentazione. Anche le rispettive quantità di fanghi residui e di sali sono del tutto ipotetiche, dipendendo dalla qualità delle biomasse introdotte”.
Si evidenzia anche la problematica dello smaltimento delle ceneri (oltre 100 tonnellate l’anno) “risulta in fase di negoziazione con un cementificio, quindi ancora non certo, o in alternativa verranno conferite in discarica, ma questa scelta sarà subordinata all’ammissibilità dei rifiuti stessi, in funzione della loro analisi chimica (come si evince dalle offerte di Gesenu e Se.Am.)”. “L’ipotizzato utilizzo delle stesse ceneri in campo agronomico costituisce un illecito – spiega Troiani – e le restanti modalità di smaltimento elencate non sono supportate da sufficienti evidenze scientifiche”.
Sul bilancio energetico, secondo M5S, la domanda da porsi è: “un eventuale peggioramento della qualità ambientale del nostro comune può essere giustificato da un più esteso e globalizzato concetto di benessere energetico? Sebbene ci sia nel progetto un parziale riutilizzo dell’energia termica prodotta a beneficio di un’azienda ceramica adiacente, certamente non può identificarsi con un beneficio diffuso per la collettività”.