25 mesi per una mammografia all’ospedale comprensoriale di Gubbio-Gualdo Tadino. La denuncia sul web l’ha fatta l’ex consigliere regionale Sandra Monacelli che su Facebook ha pubblicato l’immagine della data dell’accertamento diagnostico. “Quando un esame mammografico supera nella prenotazione i 24 mesi merita solo una parola: INDECENTE!”, ha commentato.
L’ex consigliere regionale il giorno seguente è poi tornata sull’argomento: “Con l’impegnativa per un esame mammografico ieri al Cup l’appuntamento è stato dato al 22/03/2018 alle ore 11.40. Stamattina l’appuntamento in intramoenia (stessa struttura, stesse apparecchiature…) previo pagamento di 150 euro è stato dato per lunedì 29 alle ore 14. Piccola osservazione: in tutti gli ospedali che funzionano per eliminare le liste di attesa gli esami vengono fatti fino alla mezzanotte, le apparecchiature vengono usate a ciclo continuo, si fanno tour de force con piani speciali. In Umbria no. Morale: se puoi pagare, ti curi. Altrimenti….”
Nel corso del suo mandato a Palazzo Cesaroni, Sandra Monacelli aveva affrontato più volte il problema delle liste di attesa in Umbria. L’ultima volta esattamente un anno fa quando, partendo proprio dalla situazione di Branca dove era stato riscontrato un sottoutilizzo di alcuni ecografi, aveva chiesto, attraverso una apposita question time, “un loro migliore impiego e la possibilità di fare accertamenti anche nei giorni prefestivi e festivi in orari più estesi, che potrebbero portare ad una sensibile riduzione dei tempi di attesa.”
L’allora vicepresidente della giunta regionale Carla Casciari rispose in aula: “La Giunta regionale ha deliberato il 4 agosto 2014 un piano straordinario per il contenimento delle liste di attesa, soprattutto per le prestazioni strumentali.” A leggere la data di prenotazione dell’esame mammografico (marzo 2018) tutto lascia presumere che il piano straordinario deliberato un anno e mezzo fa dalla Regione Umbria non abbia funzionato granchè.
