PERUGIA – L’azienda Usl Umbria 1 scende in campo per dare una spinta di accelerazione alle azioni di contrasto al fumo. Le azioni prioritarie di intervento riguardano il rafforzamento del lavoro di prevenzione in sinergia con le scuole, per evitare che i giovanissimi intraprendano l’abitudine al fumo, delle attività dei Centri antifumo, dove è possibile ricevere il sostegno di esperti per smettere di fumare, e il coinvolgimento delle imprese e dei lavoratori sul luogo di lavoro, attraverso i medici d’azienda e controlli effettivi del rispetto del divieto a fumare in luoghi pubblici. Ma la vera novità su cui punta il direttore generale Andrea Casciari è l’adesione al progetto del Piano regionale di Prevenzione 2014-2018 “Verso gli ospedali senza fumo“.
“In base al Decreto Legislativo n. 6/2016 e alla circolare ministeriale che impone il divieto di fumo anche nelle pertinenze esterne dei presidi ospedalieri – spiega Andrea Casciari in una nota diramata dall’ufficio stampa della Usl – trasformeremo i nostri ospedali in ospedali senza fumo, con apposita segnaletica negli spazi esterni agli ingressi e rimozione dei portacenere presenti. Questa azione, frutto di una scelta consapevole e coerente, è rivolta in primo luogo agli operatori sanitari, che hanno un ruolo fondamentale nel favorire e facilitare la disassuefazione al fumo, con il corretto esempio oltre che con i giusti consigli ai pazienti”. Nella convinzione che il necessario lavoro di sensibilizzazione degli operatori finirà per coinvolgere l’intera comunità, l’unità antifumo aziendale, in collaborazione con il sevizio di prevenzione e protezione aziendale, ha già fatto uno dei primi corsi per accertatori del rispetto del divieto di fumo rivolto agli operatori aziendali.
Da quanto emerge dai dati del sistema di sorveglianza PASSI del quadriennio 2012-2015, in netta controtendenza rispetto alla media nazionale, nella Usl Umbria 1 la quota di fumatori di 18-69 anni è rimasta sostanzialmente invariata con una prevalenza del 31% (coerente con il dato regionale umbro) rispetto alla media nazionale del 26,9%. Ma il dato più allarmante è che non accenna a diminuire il numero di fumatori che non rispetta il divieto di fumare nei locali pubblici (16%) e nel luogo di lavoro (11%) né quello di chi fuma in casa (29%) anche in presenza di minori. Un quadro poco confortante, se si considera che il fumo di sigaretta è, assieme al sovrappeso, uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di gravi malattie, come l’infarto, l’ictus o le patologie tumorali. Il fumo, però, non mette in pericolo solo la salute dei fumatori, ma è nocivo anche per coloro che, sebbene abbiano fatto la scelta di non fumare, vivono o lavorano accanto a chi fuma.