GUALDO TADINO – Sull’annosa questione del progetto Rocchetta interviene il Comitato Pro Acqua di Gualdo Tadino, che segnala come la situazione dell’area delle fonti sia rimasta invariata dall’alluvione del 2013.
Il Comitato si dichiara contro il progetto. “La contrarietà non nasce da un capriccio, da una cattiveria, dalla mancanza di etica o empatia verso gli altri cittadini – recita il comunicato stampa del comitato – Nasce dalla semplice lettura del progetto pubblicato già da mesi e di tutte le sue conseguenze. Nasce dalla consapevolezza che il progetto potrebbe violare usi civici, cioè tutti i diritti dei cittadini che da vent’anni a questa parte, malgrado sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, non riescono a farsi valere per porre fine a questa vicenda, che si ripete sempre uguale spostandosi solo di qualche chilometro lungo la dorsale appenninica del territorio gualdese”.
Per i membri del comitato, tutti quei cittadini che invece sposano il progetto Rocchetta sono “difensori di una causa persa, che dovrebbero analizzare i fatti per quello che sono. Fatti sanciti dai tribunali per la prima e analoga parte della vertenza”.
“Basterebbe leggere il progetto e sottoporlo a veri esperti – dicono dal Comitato – per capire cosa perderebbe la collettività, e non riacquisterebbe più, e cosa ci guadagnerebbe un’azienda privata. Posti di lavoro per tutti? No, per pochi come già documentabile oggi e non risolutivi di una crisi economica globale e non locale, che necessita di analisi più serie e strutturate invece sempre a livello globale e non locale, si scelgono interventi a costo ambientale elevatissimo ma che si giustificano per i soliti famosi posti di lavoro in cambio. Ricatto che questa terra ha già conosciuto e pagato con un prezzo elevato ma che pare già averlo dimenticato”.
Non manca la critica ai mezzi di comunicazione che, secondo i membri del Comitato, “ammiccano alla bontà di tale progetto lasciando ad intendere che chi non è favorevole è contro il lavoro, il progresso, lo sviluppo e forse pure un po’ ‘brutto e cattivo tanto per evidenziare il livello delle affermazioni. Il piano di investimenti, presentato a corollario del progetto, è poi lo stesso di quello già bocciato dal TAR. Eppure nemmeno questo passaggio è servito per modificarlo al meglio. Cambiare qualche parola avrebbe già dimostrato un vero sforzo ed interesse verso la popolazione, almeno quella che sa ancora leggere e riconoscere il significato delle parole”.
Sembra che durante crisi idriche i prelievi verranno interrotti. “Questo atteggiamento di tutela dell’acqua di Rocchetta ci giunge come una novità – recita la nota stampa – E’ pur vero che la legge in caso di calamità prevede un intervento di questo tipo ma, fin dalla crisi idrica del 2007, non ci risulta che sia mai stata intrapresa questa via. Per certo invece venne intrapresa la via che congiunge la vicina Branca con la sorgente di Vaccara percorsa da alcune autobotti per rimpinguare l’esaurita sorgente gualdese ad uso della cittadinanza, che intanto se la pagava pure profumatamente”. Il Comitato Pro Acqua chiede quindi di leggere i documenti ufficiali che avrebbero sancito, in piena emergenza idrica, l’interruzione o almeno la riduzione dei prelievi forzati ad uso commerciale a favore della popolazione.
“Con amarezza seguiamo gli ultimi sviluppi di questa vicenda che per venti anni ha occupato una bella fetta di cittadini, che sono sempre quelli e sempre loro, a difesa dell’acqua (e non solo) come bene di tutta la collettività – concludono dalla sede del Comitato – Ci dispiace per tutti gli altri, che in questi ultimi decenni non si sono potuti unire alla battaglia, rimanendo dietro le quinte a chiedersi ancora quanti innumerevoli posti di lavoro, milioni di turisti e contare tutti gli zeri sulle cifre dell’investimento che tale azienda avrebbe portato alla città. Già, perché parlano sempre al condizionale e le risposte ovviamente non le hanno ancora trovate, perché non ci sono. I fatti parlano di tutt’altro impatto nel territorio e la difesa dell’immagine ultimamente ci sembra essere più importante di quella della risorsa idrica di cui si vorrebbero fare paladini come testimoniano articoli, comunicati e video di recente pubblicazione, che hanno coinvolto associazioni e testimonial di vario tipo e per comprensibili ragioni. Se lo stesso impegno fosse stato messo per difendere e tutelare l’acqua, la vertenza si sarebbe già conclusa davvero in modo definitivo e giusto o più semplicemente non avrebbe mai avuto inizio”.