“La più grande crisi industriale dell’Italia centrale, con oltre 1500 dipendenti solo sul versante umbro a Gaifana, dopo 8 anni trascorsi tra legge Marzano, cassa integrazione e mobilità con centinaia di persone che nel frattempo hanno perso il lavoro, pare concludersi con una versione riveduta e corretta del tanto decantato accordo di programma che rischia di produrre solo briciole.” Lo affermano Mario Bravi e Filippo Ciavaglia della Cgil Umbria.
“Pur non sottovalutando i progetti messi in campo e auspicando comunque che si concretizzino presto, non possiamo non sottolineare che sul versante marchigiano le proposte avanzate sono più consistenti e questo ribadisce, ancora una volta, la gracilità del sistema imprenditoriale umbro e la necessità che la grande vertenza della ex Antonio Merloni non possa concludersi solo con l’adozione di queste misure minimali. Occorre invece un intervento più ampio e più incisivo per arrestare il degrado e l’impoverimento della intera fascia appenninica”, concludono i due sindacalisti.