GUALDO TADINO – Mara Loreti torna sulla querelle Comunanza Agraria – Rocchetta SpA, scagliandosi contro Sauro Presenzini, presidente della sezione WWF di Perugia, che ha appoggiato in più occasioni la comunanza.
Secondo la Loreti quanto scritto da Presenzini firmando il tutto come WWF, non è stato discusso all’interno degli organi statuari del WWF. “Ogni commento è superfluo – dice Mara Loreti in una nota stampa – Un flop grave che denota una grave non informazione e l’evidente volontà di cavalcare l’onda di chi nel territorio di Gualdo Tadino, ha dichiarato guerra alla Rocchetta SpA e al ripristino dell’area naturale della Valle del Fonno. Tutto ciò non confrontandosi con chi rappresenta il WWF nel territorio gualdese da sempre. Presenzini non manca addirittura di rimbrottare il sindaco di Gualdo Tadino accusandolo di non sapere che la Comunanza è ‘proprietaria’.”
Secondo quanto scrive Mara Loreti, firmandosi ‘socio fondatore del WWF nella provincia di Perugia’, quella di Presenzini è quindi lotta all’azienda Rocchetta e all’imbottigliamento. Ma solo nel gualdese e non delle altre 14 ditte imbottigliatrici, alcune ubicate anche nei parchi regionali.
“Presenzini si fa sponsor acclamato – continua la nota stampa della geologa – della Comunanza Agraria, cioè di chi sta ostacolando per ragioni inspiegabili, legati a vecchi rancori che si perdono nel tempo, ma che non avrebbero dovuto di certo coinvolgere il WWF. Tale avversione non trova sostegno neanche nella Geomorfologia e Idrogeologia, nella portata del Bacino carsico della nostra montagna”. (Questa la sintesi della relazione del professor Claudio Cattuto dell’Università di Perugia, allegata al comunicato stampa).
“La Comunanza stessa ed il Movimento 5 Stelle – dice Mara Loreti – hanno sbandierato sui quotidiani e sui blog, esaltandosi a vicenda, che la Comunanza è ‘proprietaria’ di sorgenti e addirittura di poteri decisionali sulle autorizzazioni di concessioni. Mi chiedo sgomenta come si fa ad affidare un bene così prezioso del territorio gualdese, che noi cittadini tutti, come associazioni di volontariato, abbiamo contribuito a proteggere, gestire, potenziare, a far conoscere per il suo alto valore ambientale a chi non sa neanche leggere le sentenze e non conosce le più elementari leggi che regolano gli usi civici e le concessioni minerali? Fortunatamente è arrivato il comunicato della Regione dell’Umbria a chiarire una volta per tutte: ”Con la sentenza parziale n.43 del 23 aprile 2014 e la successiva sentenza n.9 del 7 marzo 2016, si dichiara molto chiaramente che la Comunanza non è il soggetto proprietario dei beni, la cui titolarità formale spetta alla collettività dei naturali. Il concetto di proprietà è estraneo agli assetti fondiari collettivi, in quanto tali assetti fondiari esulano dal tema delle proprietà, regolate invece dal codice civile. La Comunanza ha la gestione di un dominio collettivo, di un patrimonio collettivo, rappresenta gli utenti e deve gestire i beni a vantaggio della collettività dei naturali. La Titolarità formale spetta alla collettività dei naturali”.
Mara Loreti si chiede anche come si possa rispettare la collettività degli Utenti con uno Statuto che non prevede l’organo dell’Assemblea, “organo garante della voce degli Utenti e vero fondamento del confronto, della democrazia, della voce degli Utenti Monte – scrive – Con questo Statuto oligarchico il bene collettivo è passato in mano quasi esclusivo al Presidente e in minima parte al CDA”.
Nel comunicato dello scorso 3 giugno Presenzini ha affermato che “se ci fosse stata una Legge che avesse stabilito la quota relativa al minimo deflusso vitale, oggi il Fiume Feo forse scorrerebbe ancora nel suo letto”.
“Da chi ha preso informazioni Presenzini? – risponde la Loreti – Chi gli ha fatto credere che il Fiume Feo è sparito? Ma il fiume Feo e le sue vere sorgenti le ha viste? E’ andato nella Valle del Fonno? Oppure le sue fonti di informazioni sono sempre quelle di certi movimenti locali? Il Feo esiste. E proprio perché esiste, ma relegato sotto terra, con l’alluvione 2013 si è reso visibile. Non vedeva l’ora. Chi lo ha messo sottoterra? Quando? Quella valle, come tutte le valli di montagna, ha il suo fiume. Chissà se la Comunanza stessa decise allora di mettergli sopra una strada? La natura è benigna ma sa pure vendicarsi quando la pressione antropica va troppo oltre ogni equilibrio.”
“Tacere avrebbe rappresentato un atteggiamento rispettoso per il WWF ed i suoi attivisti – conclude Mara Loreti – Per prendere delle decisioni, occorre prima avere conoscenza delle cose e per avere dati e informazioni genuine occorre tempo e competenze, perché i dati confusi e contraddittori, che questa politica ci ha propinato negli ultimi anni, a parere del WWF, non brillano certo per queste doti.”