I prossimi saranno giorni importanti per il futuro della Jp Industries, che da poche ore ha annunciato la messa in mobilità di 400 dipendenti.
Domani alle 15,30 il viceministro dello sviluppo economico Teresa Bellanova ha convocato i rappresentanti istituzionali delle Regioni e dei Comuni interessati dalla vicenda. Giovedì 4 agosto a Fabriano, nello stabilimento di Santa Maria, si terrà un incontro fra Giovanni Porcarelli, titolare della Jp, e i sindacati Fiom, Fim, Uilm sulla procedura di mobilità per 400 dipendenti dell’azienda che ha rilevato le fabbriche di Marche e Umbria della ex Antonio Merloni. All’incontro prenderanno parte le rappresentanze sindacali delle province di Ancona e Perugia, che hanno definito “irricevibile” l’annuncio della Jp. In settimana Porcarelli incontrerà anche il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.
Intanto diversi dipendenti della Jp Industries si sono ritrovati davanti ai cancelli dello stabilimento di Colle di Nocera Umbra dopo la notizia della messa in messi in mobilità dei 400 lavoratori. All’iniziativa erano presenti i rappresentanti delle Rsu Luciano Recchioni e Angelo Comodi, il sindaco di Nocera Umbra Giovanni Bontempi e l’assessore alla cultura del Comune di Gualdo Tadino Emanuela Venturi.
“Basta prese in giro. Basta parole, serve un’azione seria e responsabile da parte dei dirigenti dell’azienda che dia chiarezza e certezze”, ha detto Bontempi. Recchioni ha definito “inaccettabile e intollerabile” l’intento del titolare dell’azienda “che di fatto cancella tutto quello fatto finora e fa tornare la fabbrica nella condizione di partenza e assoluta instabilità del 2012”.
Sulla vicenda sono intervenuti anche i deputati del Pd Giampiero Giulietti e Emanuele Lodolini: “Un progetto industriale può anche fallire, ma se non ha nemmeno inizio e il piano industriale stenta ad arrivare, allora si chiama speculazione. Fare impresa è tutta un’altra cosa” – sottolineano i due parlamentari – “L’imprenditore Porcarelli deve ritirare la procedura di mobilità perché è moralmente inaccettabile tentare di usare i lavoratori per ricattare il Governo. Diversamente le istituzioni dovrebbero, a nostro avviso, ritirare il finanziamento di 9 mln di euro dell’accordo di programma a lui destinati fino a quando non ritirerà la procedura di licenziamento collettivo”.