GUALDO TADINO – Inizia ironicamente il comunicato di Prc Umbria in merito alla situazione della J.P. Industries dopo la notizia della minaccia mobilità per 400 dipendenti. Inizia prendendo spunto dal colloquio avvenuto la scorsa settimana tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti. “Come va Sindaco? Molto bene”.
“Con questo siparietto a dir poco surreale – recita il comunicato a firma di Gianluca Graciolini – si era aperta la fugace visita del capo del Governo allo stabilimento Rocchetta. A distanza di soli due giorni da quella data, quel “molto bene” del sindaco Pd della città umbra epicentro di una interminabile crisi economica e sociale, è risuonato come una beffa gigantesca, di fronte all’ennesima ecatombe occupazionale preannunciata dai vertici aziendali di JP Industries”.
Per Graciolini “da un sindaco che solo qualche mese prima aveva chiuso per due giorni gli uffici comunali in protesta contro i pesantissimi tagli del governo agli Enti e ai servizi pubblici locali, ci saremmo aspettati un atteggiamento completamente diverso, più dignitoso e per niente supino, non accondiscendente alle false narrazioni ottimistiche di cui Renzi si è dimostrato un così banale campione. Aveva lì, direttamente a portata di mano, la possibilità di rappresentare con fermezza le problematiche di un intero territorio, di pretendere con decisione risposte di politiche economiche e sociali completamente diverse dalla bolsa e stantia propaganda del giovane premier e non l’ha fatto”.
Insomma per il Partito di Rifondazione Comunista si è persa l’occasione per fare il punto della situazione, addirittura con il presidente del Consiglio, sulla situazione devastante in cui versa questo territorio dal punto di vista occupazionale.
“Non l’ha fatto il sindaco – continua la nota stampa – non lo ha fatto la Presidente Marini, né tutti gli altri parlamentari, politici ed amministratori umbri del Pd accorsi beatamente in massa alle passerelle umbre e marchigiane di Renzi”.
L’annuncio dell’avvio delle procedure di messa in mobilità alla J.P. Industries sembra essere l’epilogo della lunga vertenza Merloni. “E’ una pietra tombale, sotto il profilo economico e sociale, per tutto il territorio della fascia appenninica umbra – dichiara Graciolini – Queste lavoratrici e questi lavoratori andranno ad infoltire l’esercito di disoccupati scaturito dalla chiusura della Merloni, per cui il fantomatico Accordo di programma, così come concepito, avviato e reiterato non ha sortito alcun effetto. Questa vicenda rappresenta il fallimento senza appello delle cassandre del nulla del Pd, a tutti i livelli in cui le sue classi dirigenti esercitano un qualche tipo di funzione: politica, amministrativa e di governo, nazionale o regionale che sia”.
La responsabilità del PD secondo Gianluca Graciolini è pesante: “I suoi ministri, i suoi parlamentari, i suoi consiglieri regionali, i suoi assessori regionali, la sua Presidente di Regione, in questi anni, ci hanno sempre detto che la questione Merloni era completamente sotto il loro controllo e che le misure adottate sarebbero state risolutive. La realtà che ci sta ritornando indietro, da noi minuziosamente denunciata in tutti gli anni di lotta a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, è di segno completamente avverso. Il piano di licenziamenti alla JP va respinto con ogni mezzo, ma, ora che il re è del tutto nudo, serve un’azione veramente incisiva di politica industriale e serve ribaltare il tavolo delle politiche economiche e sociali in questo Paese. Da questo governo e dalle sue pedisseque appendici regionali e locali non ci aspettiamo più nulla che assomigli a tutto questo, a ciò che serve davvero. Renzi, Marini e compagnia vanno cacciati, anche per cambiare le sorti delle lavoratrici e dei lavoratori Jp, anche per restituire all’Umbria e ai suoi territori più umiliati un futuro di dignità e di riscatto sociale”.