Andrà in scena giovedì 18 agosto alle ore 21 l’evento clou dell’estate gualdese. Il parco della Rocca Flea sarà la location che ospiterà “Re Lear“, l’opera teatrale di William Shakespeare per la regia di Giancarlo Marinelli e i costumi di Daniele Gelsi. Protagonista Giuseppe Pambieri.
Dopo aver ospitato lo scorso anno Giorgio Albertazzi nelle “Memorie di Adriano” in quella che è stata una delle ultime interpretazioni del grande attore prima della sua scomparsa, anche in questa stagione Gualdo Tadino riproporrà uno spettacolo di assoluto livello sempre all’ombra della suggestiva rocca federiciana.
“Sarà questo lo spettacolo più importante dell’estate che proporremo in occasione del quarto centenario dalla morte di William Shakespeare – ha affermato l’assessore alla cultura del Comune di Gualdo Tadino Emanuela Venturi – L’evento è stato reso possibile grazie alla preziosa collaborazione del maestro costumista Daniele Gelsi e alla sinergia tra Comune e Polo Museale con il sostegno di diversi sponsor.”
“La Rocca Flea è uno dei luoghi più visitati del nostro territorio – ha evidenziato la direttrice del Polo Museale Catia Monacelli – L’attore Giuseppe Pambieri, oltre che essersi formato artisticamente sotto la guida di Giorgio Albertazzi, nel 1977 ha interpretato il ruolo del pittore Mazzacurati nello sceneggiato televisivo Ligabue. E’ quindi una sorta di cerchio che si chiude. Quello del 18 agosto sarà un grande spettacolo anche per il numero e la qualità degli interpreti.”
Daniele Gelsi è il costumista di “Re Lear” ed è stato fondamentale nell’aver portato a Gualdo Tadino questa opera che sta andando in scena nei teatri e nelle location più importanti e suggestive d’Italia. “Questo lavoro l’ho portato a termine in soli 21 giorni, un’autentica impresa – racconta – Questa è una compagnia molto importante e sono orgoglioso di farne parte, come sono altrettanto orgoglioso di poter rappresentare questo spettacolo a Gualdo. E’ un grande allestimento, un testo importante e con un regista di livello. I costumi? Non sono antichi, ma avranno una rivisitazione come si usa fare oggi nel teatro.”
Il sindaco Massimiliano Presciutti ha espresso la propria soddisfazione e ha alzato ancora l’asticella sotto il profilo dei grandi eventi da portare a Gualdo Tadino. “Con Daniele per il secondo anno abbiamo sfatato il detto che nessuno è profeta in patria. Dopo aver portato nella nostra città Albertazzi e la mostra di Ligabue ecco un altro grande evento. Per il futuro ho chiesto di avere una mostra sul Caravaggio a Gualdo Tadino entro il 2019 e faremo di tutto per ospitare quest’altro grande appuntamento. Per il 2017 l’obiettivo è realizzare una rassegna estiva dedicata ad Albertazzi nel parco della Rocca Flea.”
I biglietti sono in prevendita presso la Chiesa di San Francesco al prezzo di 20 euro per la platea e 15 euro per il parco.
Lo Spettacolo Re Lear
La storia d’amore più grande che si possa raccontare è solo una: quella tra un padre e una figlia. E “Re Lear” è questo. Per tre volte. Visto che ha tre figlie. In fondo, che cosa fa il Lear? Vuole spogliarsi di tutto: del governo, del potere, di ogni questione terrena e tenebrosa, per fare solo e definitivamente il padre.
Non vuole più essere Re. Ma solo Lear. Andare incontro alla Morte come un uomo che, tornato a casa dal lavoro e sfinito ai crucci, va incontro alla sua bambina che l’ha aspettato per tutto il giorno. Questo vorrebbe Padre Lear. Godersi quel momento feroce e dolcissimo della vita in cui la Figlia diventa la Madre di suo Padre. Capita a tutti. Prima o poi. Diventiamo i genitori dei nostri genitori. Ma la trappola del Bardo è in agguato. Goneril, Regan e Cordelia, (sì, anche Cordelia), non vogliono essere Madri. Vogliono essere Padri. E Padroni. Vogliono sostituire il Re senza soluzioni di continuità. Né di virilità. Si sposano e sotto-mettono i mariti con “i fegati da latte”, costringendoli a tradimenti, misfatti, guerre. Dal Gioco alla Tragedia.
Nessuno va più incontro alla Morte. È la Morte che va incontro a tutti. È sempre e solo un problema di ruoli. Ciò che smettiamo di essere e che vogliamo continuare ad essere (Lear desidera essere ancora e solo il Re delle figlie; le figlie non vogliono più essere bambine, ma fingono di esserlo per strappare lo scettro al padre). Ciò che non siamo mai stati e che vorremmo essere, (il Bastardo Edmund). Ciò che siamo e che non siamo mai felici d’essere, (il Legittimo Edgar). L’amore che siamo per qualcuno, (Edgar per Gloucester, Kent per Lear), e la vergogna che siamo per qualcun altro, (Edmund per Gloucester e Gloucester per Edmund).
“Tutti ad una certa ora della vita siamo l’amore per qualcun altro”, ha scritto Renato Simoni, “che per il Bardo tanto ha fatto. Ma se sbagli l’ora, anche solo di un minuto, tutto il resto è perduto. Anzi: è silenzio”