La proroga in deroga della mobilità fino ad aprile 2017 deciso dalla giunta regionale in favore dei lavoratori della ex Antonio Merloni, che avevano visto esaurirsi i benefici degli ammortizzatori sociali lo scorso ottobre, è stata accolta con parziale soddisfazione dal sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, che si attende provvedimenti ben più incisivi da parte del governo regionale e nazionale per affrontare la grave crisi economica della Fascia Appenninica. Per questo nei giorni scorsi il primo cittadino gualdese e il sindaco di Nocera Umbra, Giovanni Bontempi, a nome anche di tutti gli altri sindaci del territorio, avevano inviato alla Regione e al Governo una lettera chiedendo di assegnare ai Comuni i fondi previsti dall’Accordo di Programma sulla ex Merloni da utilizzare per il rilancio dell’economia, visto che a distanza di sei anni dalla sua approvazione quel provvedimento non ha ancora prodotto alcun beneficio.
“A quasi due settimane dalla lettera inviata dal sottoscritto insieme al collega di Nocera Umbra al ministro e sottosegretario allo sviluppo economico, ai presidenti di Giunta Consiglio regionale, a tutti i parlamentari umbri – ha commentato Presciutti – apprendiamo dalla stampa che vi è stata una proroga di sei mesi degli ammortizzatori sociali in deroga. Sicuramente un aiuto per tante famiglie, ma noi avevamo chiesto molto di più. Vogliamo presentare i nostri progetti al Consiglio regionale ed al Governo, non abbiamo chiesto di essere per l’ennesima volta assistiti e basta. Tranne due parlamentari, entrambi del Pd, nessuno ci ha risposto, contattato o fissato un incontro istituzionale come avevamo richiesto insieme al collega Giovanni Bontempi. Questo territorio non vuole continuare a vivere di assistenza ma rivendica pari dignità rispetto ad altri. I comuni insieme alle aziende del territorio sono prontissimi al confronto di merito, hanno progetti concreti per ricominciare a creare nuove opportunità e chiedono che le risorse disponibili siano spese nel nostro territorio e non dirottate altrove”.