GUALDO TADINO – I carabinieri del Nucleo Tutela Ambientale diretto da Francesco Motta, coadiuvati dai tecnici dell’Arpa, hanno operato nelle scorse settimane un maxi sequestro di rifiuti ad un’azienda di Gualdo Tadino. L’operazione è stata disposta dalla procura e convalidata dal Gip Carla Giangamboni che ha ritenuto fondata l’accusa degli investigatori di una gestione del materiale non rispettosa delle normative vigenti. Di questi rifiuti una parte è ritenuta potenzialmente pericolosa per la salute.
Complessivamente si tratta di 220 tonnellate di rifiuti in plastica e gomma, 8 cassoni scarrabili contenenti monitor, computer, tv fuori uso, nonché poliuretano e plastica e di altri 13 cassoni con le stesse tipologie di elettrodomestici in disuso, oltre ad imballaggi di carta e cartone. Complessivamente 320 quintali di rifiuti, di cui 100 pericolosi. Il materiale si trovava all’interno e nei piazzali esterni al capannone dell’azienda, ubicata nella zona industriale nord di Gualdo Tadino e che svolge il recupero e la rivendita delle materie prime di tali rifiuti a favore di aziende e privati.
Le ipotesi di illecito che vengono configurate a carico della legale rappresentante della ditta, sono di “avere effettuato, in assenza di autorizzazione, attività di raccolta e messa in deposito preliminare, di rifiuti pericolosi e non – scrive il giudice nell’ordinanza di convalida del sequestro – A fronte di quanto accertato – prosegue il magistrato – sussiste certamente il fondato pericolo che la libera disponibilità dei rifiuti in questione, nonché delle aree dove gli stessi rifiuti sono collocati possa aggravare e protrarre le conseguenze del reato in questione e favorire la commissioni di ulteriori reati. La situazione riscontrata fa ritenere infatti prevedibile un’attività di smaltimento illecito dei rifiuti stessi”.