L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso e ‘preso atto’ della Relazione sull’attuazione (anni 2013–2014) della legge regionale ’22/2008′ (“norme per la ricerca, la coltivazione e l’utilizzo delle acque minerali naturali, di sorgente e termali” predisposta dalla Giunta.
Il relatore dell’atto, delegato dalla Seconda Commissione, Silvano Rometti (Socialisti e Riformisti) ha evidenziato che “in Italia nel 2013 il settore delle acque minerali ha chiuso negativamente. Il mercato delle acque confezionate può essere stimato intono agli 11.250 milioni di litri, con un corrispondente consumo pro capite che è sceso a 187 litri/anno, sempre ai vertici europei, ma con distanze che si stanno riducendo. In Umbria, dopo un trend positivo durato dieci anni, nel 2013 la produzione di acque minerali, con 1.193 milioni di litri circa, si è ridotta del 13 per cento rispetto al 2012. La diminuzione di produzione è stata superiore ai risultati nazionali che hanno registrato nel 2013 un decremento pari a circa lo -0,5 per cento rispetto al 2012, giungendo ad una produzione di circa 12.400 milioni di litri. E anche nel 2014 il risultato è stato negativo: si imbottigliano infatti 1.085 milioni di litri di acqua minerale, con una riduzione del 10 per cento”.
Per quanto riguarda la situazione occupazionale il 2013 non può essere considerato positivo anche in relazione all’occupazione in generale. Il personale occupato nel 2013 è diminuito nei numeri di 15 unità rispetto all’anno 2012; nel 2014 si sono persi ulteriore 36 unità.
Nel 2013 il consumo complessivo è stato pari a 1.299.196 metri cubi che corrispondono ad una portata media di 41,14 litri/sec di acqua minerale utilizzata nel processo di imbottigliamento, con un volume realmente imbottigliato di metri cubi 1.192.747.
Nel 2014 invece il consumo è stato di metri cubi 1.214.819 utilizzati che corrispondono ad una portata media di 38,48 litri/sec contro metri cubi 1.085.040 imbottigliati.
L’acqua utilizzata nel processo di produzione nel 2013 è di circa l’8,2 per cento di tutta quella prelevata, contro il 10,7 per cento calcolato per il 2014.
In relazione ai canoni, con il calo delle produzioni si registra un decremento dei canoni introitati dalla Regione con un totale, per l’anno 2014, di euro 1.341.780,75.
Per Andrea Liberati del M5S “Questo documento è già vecchio, la clausola fa riferimento ad anni di crisi. Sarebbe stato necessario ragionare in quest’Aula sui numeri relativi al 2015 per una lettura più seria della situazione. Servono disamine serie dal punto di vista idrogeologico. Ai Comuni va aumentata l’erogazione annuale di risorse derivanti dai canoni concessori.”
Per Claudio Ricci (Rp) è necessario “far sì che i Comuni possano utilizzare le risorse per la spesa corrente, salvaguardando così anche determinati servizi sul territorio.”
Per Valerio Mancini (Lega Nord) è opportuno “valorizzare l’acqua come brand attrattivo, cosa che purtroppo in Umbria non riesce.”