Sabato scorso, presso la chiesa monumentale di San Francesco, sono state inaugurate le mostre personali degli artisti Massimo Panfili e Alessandro Goggioli, accompagnate dal canto della soprano Chiara Fidati, che si esibita nella bell’aria “Lascia ch’io pianga”, che rese famoso Farinelli.
Due personalità molto diverse tra loro che espongono per tutto il mese di maggio rispettivamente presso la chiesa di San Francesco e la galleria del Centro Culturale Casa Cajani, sede del Museo della Ceramica e del Museo Archeologico Antichi Umbri.
All’inaugurazione è intervenuto il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti e hanno presentato la mostra l’antropologa Daniela Menichini ed il direttore del Polo Museale Catia Monacelli.
Massimo Panfili, pittore e scultore, nasce a Perugia nel 1959. Dopo aver sperimentato da autodidatta varie forme espressive, per diversi anni frequenta lo studio del Maestro Franco Venanti. Successivamente lascia gradualmente la figura ed intraprende una ricerca interiore ed appassionata sul colore e la materia. Tra il 2016 e il 2017 inizia un nuovo ciclo pittorico e forte dell’esperienza informale che trascina con sé, torna al figurativo. Nella mostra “Tracce di memoria” protagonisti sono cocci rotti, reperti logorati dal tempo, busti di bronzo e figure antropomorfe. Massimo Panfili cambia così completamente pelle e si rinnova, presentando un ciclo pittorico che si ispira all’universo degli antichi etruschi. Balza agli occhi per chi segue da tempo questo straordinario artista la virata improvvisa che lo riporta, dopo ben dieci anni in cui cavalca a pieno titolo le scene italiane dell’informale, verso il mondo del figurativo.
Alessandro Goggioli, invece, nasce a Firenze nel 1942. Studia all’Istituto Statale d’Arte di Firenze e si diploma in Grafica Pubblicitaria nel 1960. Dal 1959 si dedica alla pittura e dal 1990, i suoi lavori, eseguiti con una tecnica pittorica puntiforme, si caratterizzano per la rappresentazione di “storie su tela” composte con la ricorrente presenza di vecchi giocattoli di latta. I suoi dipinti si trovano in raccolte pubbliche e collezioni private. Oggi vive e lavora a Fiesole, in provincia di Firenze. Nella mostra “Play Art. Dipinti e balocchi” di Alessandro Goggioli, le memorie d’infanzia si mescolano a nature morte, a spazi rurali e urbani, a volti di antiche Madonne, a bambole, a monumenti equestri cavalcati da impavidi guerrieri di latta. L’artista, da sempre appassionato collezionista di giochi antichi, attraverso un percorso che porta alla trasformazione pittorica degli stessi e al loro inserimento nell’opera, produce ben altro che un’archeologia del ricordo, trasportando gli osservatori in una nuova narrazione.