Tutta Italia alla ricerca della pantera

La prima, forse, di cui si avvistano le tracce è del 2001. Scriviamo “forse”, perché l’alba del nuovo secolo ha segnato anche la genesi di internet nelle case di tutti. E internet si dimostrerà fondamentale in questo caso di cronaca.
Alcune persone affermano di aver visto un grosso felino nero dalle caratteristiche simili a quelle di una pantera a Simeri Crichi, vicino Catanzaro. Poi, nello stesso anno, Costa Rei in Sardegna, Casciana Terme in Toscana, Novara, Devincina in Friuli. Dal 2002 in poi, praticamente ogni estate e salvo un episodio nel palermitano dove si vede un leone, gli avvistamenti tornano. Inesorabili come la canicola.

Rimini, Ceriana vicino a Imperia, poi le campagne cremonesi. Nell’agosto del 2002 il felino si avvicina: eccolo infatti nel fabrianese, ad Argignano, “un felino nero grande, con la coda lunga”. Toccata e fuga, perché riparte alla volta di Tarquinia, Prato e Foggia.

O la pantera nera fa parte dell’immaginario collettivo, o l’Italia è popolata da un gran numero di questi felini” scrive la Gazzetta del Mezzogiorno, probabilmente esausta per le segnalazioni che ogni anno sembrano essere il punto di riferimento più attendibile per accorgersi che finalmente l’estate è tra noi. Più del solstizio di giugno, più del termometro e più della prova costume.

Come sicuramente avrete notato, Gualdo News non ha scritto finora mezza riga su quanto sta avvenendo in questo tranquillo, ops!, inizio d’estate 2017 a Gualdo Tadino. Attenzione! Lungi da noi prendere in giro chi è convinto di aver visto sulle nostre montagne, ma anche in pianura, questo felino ampiamente diffuso in Africa e nel sud-est dell’Asia. La guerra in atto sui social, che vede contrapposto chi crede alla presenza della pantera nera a chi li irride, è anche questa un classico delle estati italiane. Non da quando esiste chi vede la pantera, ma da quando ovviamente esistono i social, che, si sa, hanno un carattere irascibile e amplificano, ingrossano e a volte miticizzano le cose.

Da tutto ciò, come da tutto quello che potrebbe creare un allarmismo non provato, siamo fuori e ci restiamo, perchè non è questo che ci interessa. Però facciamo informazione e vogliamo, sulla vicenda, fare semplicemente questo.

Appurati gli avvistamenti gualdesi, che non giudichiamo, ma che sono certamente dettati dalla buona fede, vogliamo solamente informare su certe analogie che vanno avanti ormai da quasi venti anni, ma di cui negli ultimi giorni nessuno ha scritto. Fa più notizia raccontare che il pericolo esiste realmente, anche se non vi sono prove concrete? Porta più click un titolo del tipo “Pantera, oggi due avvistamenti”? Certamente sì.

Noi invece ci limitiamo alla cronaca e vogliamo solo informarvi, se già non lo avete fatto da soli, che le prove concrete non è che non esistono a Gualdo Tadino. Non sono mai esistite in venti anni di avvistamenti. Tante, tantissime, storie con un unico comune denominatore: nessuna foto, nessun video. Non è facile scattare foto o fare video quando si è nel panico? Giusto. Allora aggiungiamo: nessuna prova neanche da parte di chi, competente, le pantere ha il compito poi di andarle a cercare. Niente. E questa, attenzione, è cronaca e non il nostro parere.

VENITE CON NOI – E’ il 2006 e siamo nella Capitale. Prima sulla Cristoforo Colombo, poi a Mezzocammino. Arriva la Polizia, che nel 2006 non aveva a disposizione un database di casi analoghi su internet, e consiglia di non uscire di casa. Un veterinario, consultato da La Repubblica, dice che è altamente improbabile che si tratti di una pantera. Più facile che l’animale avvistato da persone spesso non esperte del settore e che quindi possono confondersi, sia un grosso gatto o un cane nero. Poi mette le mani avanti e aggiunge: “Ovviamente non si può escludere al 100% ed è chiaro che è necessario proseguire con le indagini, ma ho partecipato a molti di questi sopralluoghi negli anni e non ho mai trovato nessuna pantera“.

Ci spostiamo in Sicilia dove, nel 2010 i residenti del quartiere palermitano di Borgo Nuovo sono terrorizzati da una pantera che sembra aggirarsi nelle campagne circostanti. Da lì avvistamenti anche a Mondello.
Si mobilita la Forestale, viene costruita una gabbia/trappola con un maiale dentro. Alla fine una pantera è uccisa: peccato che sia quella sbagliata dello Zoo-Fattoria di Terrasini. I veterinari volevano confrontare campioni di pelo trovati in un collare e l’animale è stroncato da una eccessiva dose di anestetico. Alla fine il caso è archiviato, perché la pantera di Mondello si scopre gatto nero, quella di Borgo Nuovo sparisce nel nulla e quella regolarmente in gabbia è morta ammazzata.

Nel 2011 arriva la prima taglia! Succede a Massa Marittima, comune del grossetano dove il mare non c’è, ma in compenso è pieno di verdi colline. I novelli Duane Chapman maremmani si armano, ma è una bufala anche la notizia della taglia. Per fortuna, dato che avrebbe potuto innescare situazioni drammatiche. “Per il momento abbiamo poche prove che ci sia davvero – spiega un responsabile del centro recupero animali – non abbiamo trovato né escrementi né prede. Non sappiamo neanche se è della famiglia dei giaguari o dei leopardi. Le gabbie sistemate nella zona, così come le fotocellule, non hanno portato a nessun risultato”. Arriva l’inverno e tutto scema anche a Massa Marittima.

Un anno dopo la pantera diventa trina. Viene avvistata prima a Lanciano, in Abruzzo, ma appena la notizia si sparge arrivano segnalazioni vecchie di una settimana. “Allora è quella che ho visto io a Gessopalena”. “Potrebbe essere la mia, vista a Mercatale Val di Pesa”.
Oppure potrebbe essere la pantera di Palermo, di Grado, di Prato, di Roma. Persino l’elvetico Canton Ticino ha il suo bell’avvistamento – scrive il sito videocitta.it – Basta fare un giro in internet per scoprire che il copione della storia non cambia mai”.

Nel 2013 eccoci in Umbria, a Narni. Coda lunga, occhi gialli. Sono tre le persone che la vedono. In successione. Il più vicino da trenta metri. Il primo torna in paese e avverte due amici. Uno la vede. L’altro pure. Tutti e tre chiamano la Forestale, che improvvisa una battuta. Senza esito. Qui qualcosa di strano e fuori dai cliché in effetti succede: non è estate, ma, scrive il sito Umbria24, “è il periodo carnevalesco”. Lungi da noi commentare con battute!

Nel 2015, d’estate, il felino si sposta al nord e fa addirittura chiudere il parco delle Torbiere di Iseo. Infatti un trasportatore di benzina lo vede di fronte l’ingresso di un distributore. Scatta l’allarme. Anche i proprietari della stazione di servizio lo vedono. Col binocolo. Segue poderosa battuta di caccia con parco chiuso e gabbie/trappole, ma nulla. La pantera la vedono gli avvistatori, ma inesorabilmente mai e poi mai le autorità preposte. Salvo quella, poveretta, innocente e incensurata, dello zoo di Terrasini, uccisa per errore cinque anni prima (sigh, ci ha molto colpito ‘sta cosa).

L’anno scorso. Estate. Una pantera nera passeggia per Castellucchio, vicino Mantova. C’è chi dice d’averla vista, ma c’è chi l’avrebbe addirittura fotografata. Coda lunga. No, coda mozza. Di queste foto nessuna traccia. Alla fine è una bufala, dice l’assessore alla Sicurezza (sì, hanno l’assessore alla Sicurezza a Castellucchio) Riccardo Pellabruni. “Se scopro chi ha messo in giro questa voce, lo denuncio per procurato allarme”. Poi arriva l’inverno e tutto va in letargo. Figuriamoci la pantera.

2017, maggio. Attenzione, perché stavolta è un laureato in Scienze Forestali a dichiarare di aver visto un grosso felino nell’agro pisticcese, in Basilicata. “Scuro. All’apparenza poteva anche trattarsi di un gatto selvatico, ma la stazza era molto più grande”. Secondo il professore, alcuni contadini lo avevano avvisato che qualcun altro aveva sentito, giorni prima, il rumore di un furgone che forse scaricava qualcosa. Sarà stato l’animale? Sono passati due mesi e del felino, che pure è stato cercato anche con gli elicotteri, non si è saputo più nulla.

Nell’estate del 2017 eccoci a Gualdo Tadino. E qui ci fermiamo, perché la vicenda l’avete letta sugli organi di informazione e sui social. Quello che non avevate ancora letto, forse, è che questa storia è stranamente identica a tantissime altre. “Segnalazioni discordanti e nessuna traccia“, così come oggi stesso ha dichiarato la polizia municipale gualdese in un comunicato diramato dal Comune.

Concludiamo esortandovi a non terminare la vostra attenzione con la lettura di questo, ahimè, lungo articolo, ma a leggerne un altro molto interessante pubblicato due anni fa dal mensile Wired sulla ”Leggenda metropolitana della pantera scappata”. Parla di leggende, capacità di osservazione, soggezione, del volano dei media e anche dei pericoli che tante specie animali corrono a causa del panico causato da una eventuale disinformazione che ora, con i social, è diventata un agente con licenza di uccidere.
Date un’occhiata anche a questo pezzo dal titolo “La pantera, la Forestale e… l’estate degli italiani” tratto dalla rivista Il Forestale.

Non confondete quanto avete letto con una nostra posizione netta. È solo la pura cronaca di quello che sta succedendo e che succederà ancora nei prossimi anni. Poi, magari, qui a Gualdo Tadino non sta girando un animale grande, nero e agile non ancora individuato, ma chissà, proprio una pantera.
E quando vi saranno tracce o prove certe, non mancheremo di comunicarvelo. Anzi, cercheremo, dopo migliaia di avvistamenti rivelatisi poi fasulli in tutto il mondo, di essere i primi. I primi a fare informazione vera.

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Marco Gubbini
Giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti dell'Umbria. Ex direttore artistico di Radio Tadino (1985-1986), ideatore e curatore di programmi televisivi giornalistici delle emittenti Rete7 (1985-1990) e TV23 (2003-2006). Esperienze varie come corrispondente di varie pubblicazioni, fra cui Calcio Perugia (2005), La Voce di Perugia (2006-2007). E' stato collaboratore dell’agenzia di stampa Infopress (2004-2012), ha scritto articoli per testate quali Il Giornale dell’Umbria, La Nazione, Il Corriere di Romagna, Il Sannio, Il Crotonese, Il Corriere di Forlì, La Nuova Ferrara. Coideatore e curatore del sito gualdocalcio.it (1998-2012) e gualdocasacastalda.it (dal 2013 al 2016). Addetto stampa del Gualdo Calcio in serie C e altre categorie (dal 2004 al 2012) e del Gualdo Casacastalda in serie D (dal 2013 al 2016). Segretario dell’Ente Giochi de le Porte di Gualdo Tadino dal 2014 al 2017. Componente della redazione del periodico Made in Gualdo. Autore del libro "Libera, ma Libera Veramente" (edizioni Eta Beta, 2021).