Sabato 24 giugno. È il giorno, anzi la sera, in cui abbiamo scattato queste foto in piazza Martiri. Sono le 21.45 e non c’è ancora tante gente. Quella arriverà poco a poco, fino a raggiungere, un’oretta dopo, l’affollamento e il vociare che ogni caldissima sera estiva regala.
Anche la settimana prima tanta gente nel centro storico. Soprattutto giovani. Tantissima gente per il concerto degli scout che si è svolto domenica in piazza Soprammuro, tantissima gente anche nei giorni feriali. È estate, in casa è caldissimo e il fresco che la nostra città regala invoglia ad uscire per andare in centro. Seduti ai tavoli dei bar o a passeggio con un gelato.
Insomma, la fotografia estiva tipica di tutte le città del mondo. Ma la nostra, di immagine, regala un qualcosa in più. Qualcosa di unico. Qualcosa di disumano: le auto!
Domenica 18 giugno, ore 21. Abbiamo voluto mangiare in uno dei tavoli delle attività commerciali di piazza Martiri. Una pizza al volo proprio di fronte la chiesa di San Francesco. Tavoli appoggiati al muro della struttura. Ma non basta. Le auto ci passano talmente vicino, che se non ci ribaltano la sedia, di sicuro il fumo degli scarichi è un condimento extra per il cibo.
Venerdì 23 giugno, ore 23.30. Piazza Martiri gremita di giovani, con la basilica di San Benedetto a far da sfondo…. No, nessuno sfondo. Solo auto in sosta. Davanti la chiesa, lungo la piazza e a scendere in via Calai. Una cerca di infilarsi nel vicolo Bongrazi. Non c’entra e riparte, ma spesso le piccole utilitarie trovano posto in questo box improvvisato, che neanche a Blantyre in Malawi si sognerebbero di utilizzare, fosse solo per il mero senso estetico qui deceduto da tempo.
A luglio ed agosto, probabilmente, lo scempio si attenuerà, ma l’estate non inizia certamente il 1 luglio.
Ormai sembra non ci sia più nulla da fare. In una città che dichiara apertamente da anni di voler puntare – giustamente – sul turismo, puntualmente la materia prima si presenta avariata ad ogni inizio stagione.
E il problema non è solo il traffico aperto, il problema ancor più grave è che come calano le ombre della notte, il centro diventa l’Arancia Meccanica del parcheggio selvaggio, dove la stessa esasperata violenza dei protagonisti del film la si può trovare nella lotta alla conquista del posto più vicino al tavolo del bar preferito. Preferibilmente a fianco, in modo da gettare il pacchetto di sigarette direttamente nel finestrino aperto.
Da un po’ di tempo a piazza Martiri si è aggiunta quella che, esteticamente, è un fiore all’occhiello del centro storico: piazza Mazzini. Anche qui, al calar della sera, il parcheggio è servito. Non quello coperto al piano sottostante, ma direttamente sopra in piazza, dove la bella pavimentazione inizia piano piano a rassomigliare, come sgommate, all’officina del nostro meccanico. Fra l’altro parcheggiare qui sembra sia anche molto pericoloso a causa della struttura del solaio del parcheggio.
A proposito: quando iniziano i lavori? A proposito: che fine ha fatto l’opera di Chiara Camoni “Un tavolo, una sedia, un libro” che faceva mostra di sé nella piazza? Non c’è più!
Rosse, nere o grigie che siano state, nessuna amministrazione è mai riuscita, a Gualdo Tadino in provincia di Perugia, a chiudere il centro storico – anzi, una piazza! – almeno il periodo estivo da giugno a settembre, almeno la sera e i festivi. Nessuna. E ormai la speranza sta perdendo la sua lotta contro la morte.
Nessuna speranza per i turisti di poter scattare foto alla basilica di San Benedetto o alla fontana del Sangallo senza auto. Nessuna speranza di evitare gimkane tra le auto parcheggiate. Nessuna speranza di pasteggiare tranquillamente un hamburger o gustare un mojito non sentendosi Ernesto Calindri nella pubblicità del Cynar.
Ad avere piazze libere dal traffico ci sono riusciti a Stroudsburg in Pennsylvania, a Esch Sur Alzette in Lussemburgo, ad Agen in Francia, tanto per citare posti non propriamente tendenti al turismo di massa. A Gualdo Tadino, in Umbria, no. Qui si continua ancora a reputare fondamentali, addirittura per la crisi economica, i 6 (sei) posti auto di piazza Martiri, che ad onor del vero le sere d’estate arrivano a 20 con la logica del Tetris.
Non sarebbe cosa giusta, forse, chiudere l’intero centro storico per tutte le giornate dell’anno. È però illogico non farlo tutte le sere e i week end estivi. Lo fanno ovunque in Italia, in Europa e nel Mondo. Siamo rimasti solo noi, detentori di questo record triste e inutile.
Da questo ennesimo articolo, l’ennesimo appello: fatelo! Riusciteci! Tirate su, le sere d’estate, quel benedetto pilone in fondo a Corso Piave. Sarete ricordati come coloro che avranno mosso un passo avanti fondamentale verso l’allineamento di questa città a tutte le altre del mondo. Grandi, piccole e piccolissime.
Ora invece siete gli Hiroo Onoda del 2017. All’ultimo giapponese nessuno aveva detto che la guerra era finita. A voi che il turismo non si crea così.