Bottiglie di plastica che diventano bikini, la start-up è “gualdese”

Il costume da bagno è composto da poliestere e nylon, che sono due derivati dal petrolio. Ogni anno del cosiddetto “oro nero” solo in Europa se ne consuma tantissimo per soddisfare le richieste della clientela. Una piattaforma italiana, la Emersum, la cui missione è realizzare soluzioni di economia circolare per il mare trasformando i rifiuti marini in prodotti ad alto valore aggiunto, ha lanciato una collezione di costumi da bagno denominata “Caipirinha swimwear” il cui tessuto è ottenuto utilizzando soltanto plastica riciclata ripescata in mare.

Lo scorso anno era stata una giovane azienda romana di costumi da bagno, la Hooplà Beachwear, a presentare bikini realizzati in modo sostenibile, proprio in collaborazione con Emersum.

Il fondatore di questa start-up è Daniele Biscontini, laurea “cum laude” in scienze naturali alla Sapienza, i cui genitori sono entrambi gualdesi e da diversi anni trasferiti a Roma. 

“Abbiamo creato una filiera, costituita da associazioni, pescatori, club di diving, enti e imprese, che si occupa della raccolta, del recupero e della trasformazione dei rifiuti marini e/o dispersi. Si pensi che l’Italia da sola immette in mare 140.000 tonnellate di plastica. Raccogliere nel mare è molto disefficiente, costoso e faticoso, per cui noi seguiamo i comuni perché curino la pulizia di strade e fiumi, in quanto i rifiuti urbani rappresentano l’80% dei detriti che arrivano in mare. Ogni anno ciascuno di noi butta in media 600 chilogrammi di rifiuti. Il 2% si perde, ma finisce in mare. Se lo si moltiplica per ognuno di noi, il dato finale diventa enorme”, ha raccontato a “Fashion Network”.

La notizia è stata lanciata da agenzie di stampa nazionali e pubblicata da importanti quotidiani.

I costumi realizzati secondo questa tecnica innovativa sono completamente Made in Italy: tessitura, finissaggio e stampa dei costumi avvengono nel distretto del dell’abbigliamento da spiaggia che si trova nella zona di Como; cucitura e design dei modelli sono affidati ad altre aziende del settore particolarmente qualificate che si trovano nel Lazio e in Lombardia. Tutta la filiera Emersum è certificata Oeko-Tex (che verifica la presenza di sostanze nocive sulla base di standard internazionali) e i tessuti sono risultati compatibili per i capi considerati generalmente più a rischio, l’intimo e i vestiti per i bambini sotto i 36 mesi.

 

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Redazione Gualdo News
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