Doppia tassazione sulle pensioni degli emigrati, la Lega chiede un’accelerazione

La questione è annosa, se ne iniziò a parlare già nel 2001 con interventi dei sindacati, interessamento di parlamentari e ministri e una raccolta firme che vide coinvolti i cittadini di Gualdo Tadino e Gubbio. Oggi, a distanza di oltre 15 anni, la situazione è però rimasta la stessa: l’iniqua doppia tassazione sulle pensioni degli emigrati all’estero continua a persistere.

Ad intervenire sull’argomento è ora la Lega Nord, che attraverso i consiglieri regionali Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini, annunciano la presentazione di una proposta di risoluzione in Prima commissione consiliare in cui si sollecita Governo e Parlamento ad accelerare i tempi sulla duplice tassazione per le pensioni di emigrati all’estero. “Oltre un anno fa – ricordano Mancini e Fiorini – abbiamo sollevato la questione, ma dal Governo centrale nessuna risposta: niente tassazione sul reddito percepito all’estero sotto forma di pensione”.

“Erano gli anni ’60 – spiegano Mancini e Fiorini, in una nota firmata anche dalla referente territoriale di Gualdo Tadino, Alessia Raponi e dal vice segretario Virginio Caparvi – quando tantissime famiglie umbre si videro costrette ad emigrare altrove in cerca di fortuna. Molti cittadini residenti nella fascia dell’eugubino gualdese e non solo, trovarono occupazione in Lussemburgo come operai, dipendenti della pubblica amministrazione o minatori. In quegli anni di intenso lavoro maturarono i normali diritti di quiescenza e contribuirono al benessere della nazione ospitante. Oggi, la loro pensione estera, a causa di accordi bilaterali e sentenze di Cassazione, viene tassata in entrambe gli Stati contraenti. Occorre intervenire immediatamente con una proposta di legge da presentare in Parlamento, sostenuta da tutte le forze politiche e che veda il promotore nel senatore Stefano Candiani”.

“Chiediamo – continuano Fiorini e Mancini – un emendamento alla Legge vigente che ne stabilisce l’aspetto finanziario: non si possono tassare i capitali evasi che rientrano dall’estero al 5 per cento e avere la mano pesante con le pensioni dei lavoratori italiani emigrati. Due pesi e due misure che vanno contro ogni logica e buon senso. Niente tassazione sul reddito percepito all’estero sotto forma di pensione lo Stato lo prenda in considerazione solo a fini di prestazioni sanitarie o sociali, per le
graduatorie di case popolari, trasporti o tariffazioni agevolate comunali, ma è impensabile tassare due volte la pensione estera. Parliamo di cifre importanti, pari a 25/30 mila euro che costringono i pensionati a ricorrere a prestiti per sopperire all’eventuale mancanza.”

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Redazione Gualdo News
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