Cultura

Con “Le immagini dentro” di Luciano Tittarelli l’arte entra al Quasar Village

Sette metri di lunghezza e tre di altezza per “Le immagini dentro”, la scultura dell‘artista gualdese Luciano Tittarelli, docente e vicedirettore dell’Accademia di Belle Arti ‘Pietro Vannucci’ di Perugia, che da venerdì 22 dicembre domina la galleria del plesso del Quasar Village aperto a novembre 2016 a Corciano.

La progettazione dell’edificio su cui è stata posizionata l’opera di Luciano Tittarelli, nonché l’ambientazione e la collaborazione alla realizzazione della stessa, sono dello studio di architettura e ingegneria ‘Alchema’ di Perugia, composto da Antonio Abbozzo, Federico Tosti, Massimiliano Scapicchi e Tommaso Celeschi. Ha contribuito e sostenuto l’installazione permanente dell’opera la cooperativa PAC2000A Conad.

Si tratta di una scultura ricavata dallo skyline del comune di Corciano nella quale il ferro della struttura portante si fonde con la ceramica delle piastrelle che riproducono in parte immagini fotografiche di Corciano in parte immagini della tradizione umbra. Quella che poteva essere una semplice vetrata si è trasformata, per volontà del committente, in una vera e propria opera d’arte: alla base del progetto, infatti, c’è il desiderio di celebrare il territorio attraverso la sua storia e le sue bellezze con il coinvolgimento di artisti locali e l’utilizzo di materiali, come la ceramica, per cui l’Umbria è famosa in tutto il mondo.

“L’opera scompone il paesaggio ove si inserisce – ha commentato in una nota critica il professore Amedeo Anelli, direttore della rivista internazionale di poesia Kamen – per poi andare a ricomporre la stessa immagine attraverso una molteplicità di diversi frammenti. Questi frammenti sono parte della tradizione locale ma anche dell’attualità e, come fanno le tessere di un mosaico, tutte diverse tra loro, una volta messe nuovamente insieme contribuiscono a ricostruire lo stesso panorama unitario da cui si era inizialmente partiti, ma questa volta, forse, in maniera più consapevole e sicuramente testimone della mutua influenza che esiste tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda. In questa circolarità, nel ritorno dell’eguale e del diverso si ritrova la medesimatezza dell’immagine: corpo proprio, mondo, paesaggio”.

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