Un silenzio assordante sembra essere piombato su ciò che riguarda la crisi Tagina. Nessuna notizia dai potenziali acquirenti, nessuna comunicazione ufficiale dall’attuale proprietà e, forse quello che fa più rumore, anche i sindacati tacciono.
Gli unici a parlare sono alcuni operai tramite i social. Fanno presente di vivere una situazione drammatica che, se perdurasse, sarebbe il colpo di grazia per l’economia di una città già devastata da una crisi occupazionale senza precedenti dal dopoguerra ad oggi.
Eravamo rimasti al picchetto dei lavoratori, sospeso il 23 dicembre, dopo che le organizzazioni sindacali Filctem Cgil e Femca Cisl avevano giudicato “utile il risultato scaturito dal lungo CdA dell’Azienda” e restavano in attesa di riscontri positivi dell’incontro con Gambini Group SpA di Sassuolo. Poi il silenzio.
E’ passato quasi un mese e nessun comunicato ufficiale è più arrivato dalle sigle sindacali. A quanto sembra neanche un messaggio di solidarietà per rendere meno snervante l’attesa dei dipendenti Tagina.
Soprattutto, a quanto scrivono i lavoratori, è arrivato il secondo stipendio non corrisposto. In mezzo, tra Natale e Capodanno, era stata pagata la tredicesima mensilità.
“È uno stato di angoscia perenne e insostenibile che ci accompagna ogni ora del giorno”… “Il non sapere quello che succederà, nel bene o nel male, è una cosa incredibile” – scrivono alcuni dei quasi 200 operai sui social, la valvola di sfogo per antonomasia in queste ore drammatiche. C’è chi lamenta che la questione Rocchetta abbia spostato l’attenzione. Qualcuno è anche più duro nei confronti di chi ogni giorno “ripete le stesse cose come se fosse un disco”.
Così si rimane in attesa, mentre l’angoscia e le paure di centinaia di lavoratori e delle rispettive famiglie aumentano a dismisura ogni giorno che passa. In mezzo al fracasso delle notizie che non arrivano.
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