Presciutti: “Offrite ai gualdesi i posti di lavoro rifiutati”

Il Corriere dell’Umbria ieri ha titolato in prima pagina: “Ex Perugina, rifiutati tutti i posti di lavoro“, evidenziando, in un articolo del suo direttore Franco Bechis, che 81 offerte lavorative sarebbero state rispedite al mittente dagli operai in cassa integrazione. Questo articolo, come era ovvio, ha sollevato diverse polemiche, soprattutto da parte dei sindacati.

Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, che, con una lettera inviata al quotidiano umbro, ha chiesto a quelle aziende in cerca di maestranze di individuarle nel territorio gualdese. Lo stesso primo cittadino ha anche messo in evidenza come esista una disparità di attenzione tra la pur importante vertenza Perugina e ciò che da dieci anni si sta verificando nel territorio della Fascia Appenninica, dove si sono persi ben 3.000 posti di lavoro (e numerosi altri sono a forte rischio), facendo crollare tutti gli indicatori sociali ed economici di questa che fino a poco tempo fa era una delle zone più ricche e intraprendenti dell’Umbria.

C’è un paradosso tutto italico che stento francamente a condividere, ma tant’è – scrive Presciutti – in questo bellissimo e complicato Paese tanto impegnato in questi giorni a subire l’inondazione di promesse elettorali, molte delle quali irrealizzabili, si perdono spesso di vista la realtà delle cose e i problemi quotidiani che tanti cittadini devono affrontare. La vertenza Perugina è sicuramente un tema centrale per la città capoluogo e per l’Umbria, giusta quindi l’attenzione posta su questo tema. Personalmente sono stato al fianco dei lavoratori nella manifestazione di qualche mese fa, ma numeri alla mano, tra prepensionamenti, uscite volontarie, e possibilità di nuove ricollocazione full time a tempo indeterminato diciamo che la risoluzione della vertenza, seppur tra tante difficoltà, risulta auspicabilmente vicina al traguardo.

Non siamo a questo punto purtroppo nel mio territorio, dove a parte l’incredibile vicenda Rocchetta, dove nei fatti viene impedito inspiegabilmente un investimento molto importante sotto il profilo ambientale e occupazionale, insiste ormai da più di due anni una vertenza che per la nostra comunità vale 10 volte di più della Perugina, vale a dire la Tagina. Per 40 anni questa azienda leader nel settore delle piastrelle in ceramica ha garantito occupazione (arrivando a superare le 400 unità), sviluppo e benessere a tante famiglie; oggi siamo a uno snodo cruciale per la sua sopravvivenza e per il futuro dei 160 dipendenti che ancora vi operano. Questa dovrebbe essere la settimana decisiva rispetto a una vertenza che vede come unica prospettiva, sulla quale mi sono personalmente speso fino allo spasimo insieme alle strutture regionali, quella di un passaggio di proprietà con conseguente continuità aziendale da gestire anche sul fronte sindacale o in alternativa (Dio non voglia!) la chiusura senza nessun paracadute e nessuna possibilità di reimpiego per i lavoratori.

Credo che appaia abbastanza evidente la differenza sostanziale fra lo stato delle due vertenze. Se poi aggiungiamo che nel territorio della fascia appenninica, oltre all’ormai annosa vicenda Merloni, persiste anche lo stato di profonda crisi dell’edilizia e del suo indotto, il quadro appare in tutta la sua drammaticità e coinvolge complessivamente qualcosa come circa 3.000 persone che hanno perso il proprio posto di lavoro o rischiano di perderlo.

In virtù di tutto ciò, nel caso in cui non trovassero riscontro, lancio un appello alle imprese che si sono rese disponibili a riassorbire ben 81 lavoratori della Perugina: per noi ognuno di quei posti vale oro e in questo territorio sono convinto che ci metteremo poco più di mezza giornata a trovare le professionalità e le disponibilità che servono, disposte a spostarsi pur di ritrovare non solo un reddito ma anche e soprattutto un po’ di dignità perduta”, conclude il sindaco di Gualdo Tadino

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Redazione Gualdo News
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