È morto ieri Fra’ Mauro, al secolo Domenico di Virgilio, il frate minore cappuccino del Convento della Madonna del Divino Amore, che ha dedicato la sua vita alla Chiesa e agli altri, in diversi ambiti.
Una personalità, la sua, poliedrica e di rara sensibilità, tanto da farsi conoscere e apprezzare da molti gualdesi per motivazioni totalmente differenti.
Per tanti è stato un attento consigliere spirituale e lo ricorda per la sua umiltà e visione profonda. C’è chi, invece, ha collaborato con lui alla ricerca delle origini, della storia e degli insediamenti che hanno poi portato alla fondazione di Gualdo Tadino, tanto da fargli valere l’appellativo di “Frate archeologo”. E’ stato, infatti, il primo convinto assertore della presenza di un abitato sul sito di Colle I Mori già dagli inizi degli anni ’80.
Tanti altri, grazie a lui, si sono affacciati negli anni ’70 e ’80 al mondo sportivo, apprendendo le tecniche, le strategie e molti ottenendo anche successi nell’atletica, pattinaggio e scherma. Nel 1975, con l’associazione Tarsina, si vinsero complessivamente 52 medaglie d’oro, 29 d’argento e 23 di bronzo e, nella speciale classifica a squadre di fine anno, per il trofeo Primavera Atletica, i ragazzi allenati da Fra’ Mauro arrivarono venticinquesimi su quasi 1000 società italiane e le ragazze ventinovesime su quasi altrettante società. Gli anni 1976, ’77, ’78, ’79 sono stati pieni di allori: basti ricordare che nei 1978 a Perugia, nella premiazione dei migliori atleti umbri, su 111 premiati ben 45 erano gualdesi. Nel 1980 Fra Mauro, per motivi di salute, è stato costretto a lasciare l’attività.
Nel febbraio 1991, grazie agli input lanciati in primis da Fra’ Mauro, è stata fondata l’associazione ArcheoRasina il cui scopo sociale era la promozione, la ricerca, la conservazione del patrimonio storico-culturale locale e regionale, attraverso la ricerca delle radici dell’identità locale, con la raccolta e lo studio di tutte le fonti possibili”. “Partiva il frate, con il suo ape 50 carico di pala, piccone e tanta passione, diretto al Colle dei Mori – così ha raccontato il restauratore d’arte Massimiliano Barberini – La sua era una passione genuina disinteressata, specchio della stessa persona. Poco sopra il suo convento c’era il risultato di tanti giorni passati nella sua stanza a consultare testi storici; perché quando vedi che diversi punti coincidono, le casualità si allontanano. Tanta era la convinzione che, di sua mano, il frate arrivò a scavare una buca di due metri quadrati per due di altezza e, non a caso, ritrovò tanti di quei frammenti di ceramiche da riempire la sua stanza del convento; per ben nove anni, dai primissimi anni 80, il frate lavorò su un sogno che sembrava concretizzarsi: la vera culla dei Tarsinater”. Alcuni lo giudicarono un visionario in quanto ritenevano che il luogo deiTarsinater si sarebbe trovato nell’attuale sito della Tadinum Romana e non dove diceva lui. Fra’ Mauro, però, continuò per la sua strada e – insieme a Mauro e Danilo Guidubaldi, Angelo Pasquarelli, Stefano Luzi, Rosanna Dionisi e altri fondò l’ArcheoRasina. Poi venne riportata alla luce una lastra di pietra su cui è riportata la scritta “Tarsinater” e la visione di Fra’ Mauro è diventata una realtà tangibile.
Ma anche nell’ambito della speleologia il Padre Cappuccino ha dato il suo fondamentale contributo. Nel 1977 parlò di una grotta che si apriva sui più alti strapiombi delle Balze di monte Maggio, in cui, salendo dal sottostante Convento della Madonna del Divino Amore, aveva intrapreso con un gruppo di giovani alcuni scavi. Il Gruppo Speleologico, dopo un sopralluogo, volle continuare l’opera proseguita poi negli anni 1985 – 1986, senza mai trovare il passaggio per le profonde vie ipotizzate di là dai massi e dalle terre rosse che la ingombrano. Fu subito chiamata Grotta delle Balze, riprendendo il nome dalla località in cui è situata. “L’importanza di questa grotta – hanno evidenziato Vittorio Carini e Giuseppe Venarucci – non è nelle sue dimensioni, modeste, ma per il ritrovamento, nel corso degli scavi, di numerose ossa subfossili di una fauna risalente alla fase finale del Paleolitico ed all’inizio del Mesolitico determinate, nel 1986, dal dott. Federico Masini dell’Istituto Paleontologico del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze”.
Il funerale di Fra’ Mauro sarà domani alle 10 presso la parrocchia di Sant’Antonio da Padova a Perugia. La salma verrà poi portata alla chiesa del Divino Amore per un momento di preghiera e per dare la possibilità a tutti i cittadini di Gualdo di dargli l’ultimo saluto. Verrà poi sepolto nella cappella dei frati del cimitero cittadino gualdese.