Stirati: “Il Festival del Medioevo non comparabile ai Giochi de le Porte”

Non vedo concorrenzialità tra manifestazioni così differenti per natura e finalità“. Questa la risposta del sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, in merito alle polemiche sorte sulla contemporaneità di date tra i Giochi de le Porte di Gualdo Tadino (28-30 settembre) e il Festival del Medioevo della città dei Ceri (26-30 settembre).

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Il primo cittadino eugubino parla di “ambiti diversi, con un profilo specifico e un pubblico fidelizzato in entrambi i casi, proprio per il taglio non comparabile dei due eventi“.

Però quello che è scritto a sostegno di questa tesi nel comunicato stampa, pubblicato sul sito istituzionale del comune di Gubbio, è singolare. Oltre alla classica frase, infilata in ogni dove e per tutti gli argomenti, che ricorda ai comuni mortali come Gubbio sia “una città medievale di portata storica, culturale, architettonica e artistica, non a caso definita ‘la più bella città medievale“, c’è scritto anche il Festival del Medioevo non si può comparare ai Giochi de le Porte, perchè il primo “anche se ancora giovane, è una realtà accreditata a livello nazionale e internazionale, con un preciso taglio di approfondimento e divulgativo“. E i Giochi? Nessun accenno, malgrado sia una realtà accreditata anch’essa addirittura dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Secondo il sindaco eugubino il Festival del Medioevo, così come nelle passate edizioni “produrrà un effetto benefico e un alone di ricaduta verso i territori circostanti e umbri in genere, anche in sinergia con regioni ospiti, come la Puglia, che ne hanno amplificato gli echi positivi. E’ una grande vetrina e un contenitore di eventi, che ha conquistato ruolo e spazio rilevanti per tutta la Regione, promuovendo l’immagine dell’Umbria in tutte le componenti medievali, creando opportunità  di valorizzazione anche per gli stessi Giochi delle Porte”.
Aggiungiamo, valorizzati a tal punto che ancora non si sa neanche come scriverli: Giochi de le Porte.

Il primo cittadino di Gubbio si dice “rispettoso verso le manifestazioni altrui“, spesso apprezzate con la presenza del comune che rappresenta, dato che conosce bene e rivendica con orgoglio le “tradizioni millenarie“.
Chiaro il riferimento ai Ceri, ma anche, presumiamo, a tutte le tradizioni ben presenti e rappresentative della regione come il Maggio di San Pellegrino, che con i suoi 1014 anni e la più antica tradizione dell’Umbria. Oppure presumiamo male?

Siamo altresì consapevoli – continua Stirati – della portata storica, culturale, architettonica e artistica di Gubbio, non a caso definita ‘la più bella città medievale‘. Ma questo patrimonio di ricchezza lo condividiamo nell’ottica, fortemente voluta e perseguita di ‘Area Vasta’, allargata ai territori come bagaglio di esperienze e potenzialità a disposizione del bacino dell’area interna, proprio nella logica invocata dal collega sindaco”.

L’esempio portato per la condivisione è quello del Museo degli Antichi Umbri, che dovrebbe sorgere a Gubbio nei prossimi mesi e già presente da qualche anno a Gualdo Tadino. “Quanto sta avvenendo con la valorizzazione degli Antichi Umbri e delle Tavole Eugubine deve essere da traino per la promozione di un’intera estensione linguistica dell’Italia centrale, con Gualdo Tadino che ha già attivato un polo museale a tale riguardo. L’invito è quello di vivere in maniera collaborativa il rilancio e la valorizzazione dei territori, superando una modalità di rapporto competitiva e contrapposta che finisce con il penalizzare le energie migliori“.

Il senso è praticamente sempre quello classico: ‘viviamo in maniera collaborativa, ma siate consapevoli che comunque la storia, la cultura, l’architettura e l’arte, nonchè i più belli… siamo noi’.

La data del Festival è comunque condizionata nel suo calendario – dice Stirati – dalla disponibilità e presenza di studiosi ed esperti di chiara fama e notorietà“.
Ecco, forse queste due ultime righe sarebbero state sufficienti per una flebile, ma accettabile, giustificazione, piuttosto che addentrarsi nei classici discorsi su chi è “il più bello del mondo“.

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Redazione Gualdo News
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