Il neo prefetto di Perugia, Claudio Sgaraglia, chiede ufficialmente al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali un intervento per sbloccare la vicenda Tagina, che vede la maggior parte dei dipendenti con il fiato sospeso per l’avvicinarsi dell’incubo licenziamenti. L’invito è a fare presto e il Prefetto esprime preoccupazione per lo stallo che caratterizza la concessione della cassa integrazione straordinaria ai lavoratori dell’azienda.
“Si fa riferimento alla nota che congiuntamente il sindaco di Gualdo Tadino e l’amministratore delegato di Tagina hanno inviato a codesto dicastero e al sottoscritto per segnalare la delicata situazione di crisi occupazionale in cui versa la storica società di ceramiche – scrive il Prefetto – In particolare si chiede di individuare soluzioni analoghe a quelle adottate per altre imprese di questo territorio, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali”. Per il Prefetto questa vicenda “potrebbe coinvolgere profili di rilevanza sociale e di ordine pubblico” e chiede di valutare “con ogni possibile considerazione, la richiesta in questione”, restando in attesa di una risposta.
La “dead line” è fissata per venerdì 3 agosto, data in cui cesserà la cassa integrazione ordinaria. Se entro quel giorno non ci saranno novità dal Ministero guidato da Luigi Di Maio, scatteranno i licenziamenti.
LA RICHIESTA DELL’AZIENDA – La nuova proprietà di Tagina ha chiesto per i propri dipendenti (non per tutti) un periodo limitato di cassa integrazione straordinaria, al fine di poter mettere a punto il piano industriale e partire con la produzione a pieno regime, permettendo così un sostegno economico ai lavoratori non ancora rientrati nel ciclo produttivo.
LA PROBLEMATICA – Il Ministero finora non ha dato l’ok e i motivi li ha spiegati il deputato nocerino della Lega, Virginio Caparvi, che ha avuto un incontro con i funzionari del Mise: “La gestione degli ammortizzatori sociali, da parte della precedente proprietà, è stata abbastanza confusa, questo quanto mi è stato riferito dai funzionari del Mise – dice Caparvi – Gli stessi funzionari che ad oggi si trovano in difficoltà poiché non sussistono i presupposti giuridici per poter estendere nuovamente la Cigs.”
LA POSSIBILE SOLUZIONE – Per far rientrare la cassa integrazione straordinaria a Tagina nell’ambito normativo, sia Caparvi che il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti concordano: l’equiparazione della Fascia Appenninica all’Area di Crisi Industriale Complessa del Ternano, cioè poter rientrare in una di serie di incentivi previsti dalle legge 181/89 per il rilancio delle aree colpite da crisi industriale e di settore. Per il deputato leghista, però, i tempi sarebbero lunghi, mentre per il primo cittadino gualdese ciò si potrebbe fare in pochissimo tempo.
“Trovo incomprensibile che questa vertenza si ponga su un piano strettamente burocratico – ha detto in una intervista a Radio Tadino il sindaco Presciutti, che ha un passato ventennale nel sindacato – Per la Merloni si sono sostenuti per 13 anni i lavoratori pur in assenza di una prospettiva di rilancio vera. Qui siamo in presenza di una proprietà che si è insediata tre mesi fa, ha già riacceso un forno, 60 persone su 150 sono tornate al lavoro, il piano concordatario è stato approvato dal Tribunale in soli otto giorni, caso più unico che raro. C’è un piano industriale scritto e depositato, la Regione ha dato la propria disponibilità per la copertura economica, abbiamo quindi anche i soldi. Non ci si può rispondere che manca lo strumento normativo, perchè in tantissime occasioni si sono trovate soluzioni per situazioni di gran lunga peggiori di questa.
Rischiamo seriamente da qui al 3 agosto, se non arriveranno risposte, di vedere licenziati molti dipendenti – prosegue Presciutti – perchè il Governo non riesce a trovare uno strumento adeguato per concedere sei mesi di ammortizzatori sociali. Abbiamo messo per iscritto che per risolvere la questione sarebbe sufficiente equiparare la Fascia Appenninica all’Area di Crisi Industriale Complessa del Ternano. Per fare questo è sufficiente una circolare ministeriale, nemmeno un decreto. Oppure ci sarebbe un’altra strada. Governo e Parlamento stanno lavorando alla definizione del cosiddetto Decreto Dignità: ci sarà la possibilità di inserire in qualche modo un articolo che possa risolvere questo caso di specie? La richiesta non è una Cigs per tutti, ma solo per una parte di dipendenti e per un periodo determinato, quello che serve per la riaccensione del secondo e terzo forno.
Sarebbe un delitto essere costretti a licenziare le persone perchè dei burocrati non sono riusciti a trovare uno strumento tecnico per la soluzione di questo problema”, ha concluso il sindaco di Gualdo Tadino.