In mancanza di una risposta sul prolungamento degli ammortizzatori sociali, scaduti il 3 agosto, i lavoratori della Tagina affronteranno il mese di agosto attingendo alle proprie tasche e cioè sopperendo ai vuoti di produzione con l’utilizzo di ferie e permessi non retribuiti. Una situazione che i sindacati, Filctem Cgil e Femca Cisl, che hanno chiesto un incontro urgente con il prefetto di Perugia, non esitano a definire “vergognosa”.
La lettera e’ stata inviato per conoscenza anche alla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e al sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti. In particolare i sindacati, d’intesa con i dipendenti della Tagina Ceramiche d’ Arte Spa, hanno chiesto l’incontro con il Prefetto per denunciare il forte malessere che i lavoratori stanno vivendo a causa dell’incertezza sul loro futuro.
“Non più tardi della scorsa settimana, in mancanza di una risposta che tarda ad arrivare dal Ministero del lavoro e dello Sviluppo economico vista la scadenza (il 3 agosto 2018) della cassa integrazione ordinaria – si legge nella lettera inviata dai sindacati – per mantenere i lavoratori in forza ed evitare il licenziamento in massa della maggioranza delle maestranze abbiamo con sacrificio, abbiamo sottoscritto un accordo con l’azienda che prevede la copertura del mese di agosto con ferie e R.O.L. (riduzione orario di lavoro, ndr) fino a capienza e, per i giorni restanti, con permessi giustificati ma non retribuiti. Questo ennesimo sacrificio economico metterà nuovamente a dura prova i lavoratori e le loro famiglie che ormai da tempo stanno soffrendo. Data la situazione di cui sopra e in assenza di segnali confortanti dalle sedi opportune, ci vedremo costretti a mettere in campo delle iniziative di mobilitazione presso le stesse sedi ministeriali anche durante la pausa estiva. Riteniamo infatti vergognoso – scrivono ancora i sindacati – che non si stia tenendo in giusta considerazione il fatto che i 150 lavoratori e le loro famiglie siano a rischio, in una zona quale quella della Fascia Appenninica, colpita pesantemente dalla crisi, che non può permettersi una perdita di posti di lavoro di questa entità.”