E’ di oggi la firma dell’accordo per salvare l’azienda Sangemini, che imbottiglia acque minerali nell’omonimo comune in provincia di Terni. Una notizia che nella cittadina ternana è stata accolta con un sospiro di sollievo data l’importanza della realtà produttiva.
L’accordo ha permesso di salvare l’azienda dopo mesi di incertezze per dipendenti e famiglie e dopo la mobilitazione di sindacati, istituzioni, dipendenti e cittadini, è stato deciso di far partire la cassa integrazione. Questo significa che, almeno fino al 2024, saranno scongiurati licenziamenti. In più è previsto un piano di investimenti per 19 milioni di euro per il revamping degli impianti.
Il fatto ha attirato l’attenzione dell’amministrazione comunale di Gualdo Tadino, da anni alle prese con la questione Rocchetta. Una vicenda fatta di carte bollate, ricorsi e contro ricorsi che stanno per il momento bloccando l’investimento della società di imbottigliamento.
“L’accordo della firma di San Gemini è una buona notizia per tutti – ha commentato il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti, che evidenzia come, nel comune che presiede, un’azienda leader come Rocchetta sia “bloccata da inutili ricorsi di pochi individui che ne fermano un’opportunità unica di sviluppo ambientale, economico e sociale per una vasta area“.
Secondo Presciutti il danno è incalcolabile per i cittadini di Gualdo Tadino: “Al contrario della Sangemini, la vicenda Rocchetta appare alquanto assurda, visto che l’azienda che ha sede qui sta vedendo bloccato un investimento ed un Piano di Sviluppo Industriale di ben 30 milioni di euro. Se da un lato quindi si gioisce, dall’altro resta l’amaro in bocca per una vicenda bloccata da poche persone“.
“Ci troviamo di fronte ad una situazione assurda e paradossale – continua Presciutti – Rocchetta è un’azienda multinazionale che dalla sua apertura non ha mai effettuato un giorno di cassa integrazione e non ha mai parlato di licenziamenti. Al contrario, se si sbloccasse la questione, saremmo di fronte a nuove assunzioni per decine di lavorati. A questo si aggiungerebbe la possibilità di riqualificare l’area, ora distrutta, dove insiste la vecchia fonte, con benefici ambientali, turistici e di tutela idrogeologica notevoli per tutti“.
Presciutti invita quindi alla mobilitazione: “Mi rivolgo a cittadini, associazioni e istituzioni. Il danno che la nostra città sta subendo da troppo tempo è incalcolabile ed i responsabili di questa triste vicenda dovranno assumersi tutte le responsabilità nei confronti di tutta la comunità”.
“Spero che il mio appello – conclude il primo cittadino – possa servire a smuovere tutti gli stakeholders interessati alla vicenda, così come è stato fatto per la Sangemini. Non ci possono essere due pesi e due misure differenti in uno stesso territorio e in una stessa regione. Mi auguro che a prevalere sia davvero il bene comune ed il buon senso. Non l’interesse di pochi a discapito di un’intera comunità“.