Sarà un criterio di proporzionalità in base alla quantità di acqua imbottigliata a stabilire le risorse che verranno destinate ai Comuni su cui insistono sorgenti o impianti di imbottigliamento di acque minerali. Lo stabilisce un emendamento alla manovra di bilancio, presentato dai consiglieri Andrea Smacchi (Pd) e Silvano Rometti (Socialisti) e approvato dall’Assemblea legislativa dell’Umbria.
“Per i Comuni della Fascia Appenninica – spiega Smacchi – significa poter presentare progetti e mettere a bilancio risorse pari 160mila per Gualdo Tadino, 100mila euro per Gubbio, 35mila euro per Nocera Umbra e 20mila euro per Scheggia. Grazie a questo emendamento, a partire dal 2019, la quota del 30–40 per cento dei diritti annuali derivanti alla Regione dal pagamento dei canoni concessori da parte delle aziende che effettuano il prelievo o l’imbottigliamento di acque minerali, verrà assegnata ai Comuni in proporzione alla quantità di acqua prelevata o imbottigliata nel territorio di ciascun Comune – conclude il consigliere regionale – La restante parte, dal 60 al 70 per cento a seconda delle esigenze di bilancio, resterà invece nella disponibilità della Regione e quindi di tutto il territorio regionale”.