Con il 31 dicembre l’ultima cartolibreria presente nel comune di Fossato di Vico ha chiuso definitivamente i battenti. Lo storico “Giannetto”, accompagnato per decenni nell’attività dalla moglie Rosanna e nell’ultimo periodo dal figlio Francesco, ha deciso di chiudere l’attività. Troppo alti i costi di gestione che le vendite, sempre più ridotte, non potevano più sopportare. La cartolibreria, che ha fornito libri e materiale scolastico a tre generazioni di fossatani, ha issato bandiera bianca. L’attività, creata con ferrea volontà e dedizione e condotta per decenni con grandi sacrifici, è stata inghiottita dall’ormai inevitabile vortice del nuovo commercio.
Ora i supermercati, i grandi centri commerciali e da qualche tempo i negozi on-line, stanno inesorabilmente sostituendo questo modo di fare commercio, forse più costoso ma immensamente più umano. I forti sconti effettuati ormai in modo sempre più frequente dai supermercati del territorio sul materiale scolastico e soprattutto sui libri di testo, hanno dato il definitivo colpo di grazia alle cartolibrerie dei paesi.
E’ il destino amaro che purtroppo sta toccando pesantemente tanti piccoli commercianti e artigiani che si vedono costretti ad abbassare definitivamente la saracinesca del proprio negozio o della propria bottega. Un finale amaro che coinvolge pesantemente migliaia e migliaia di cittadini che, oltre a perdere la propria fonte di sostentamento, causa un grave danno anche al tessuto socio-economico di interi quartieri, rioni e paesi. Sono soprattutto questi ultimi a soffrire maggiormente di questo vero dramma che, apparentemente sotto traccia, impoverisce i piccoli borghi e i loro abitanti. Un impoverimento che in particolare mina quel valore aggiunto che da sempre ha rappresentato il piccolo negozio, l’incommensurabile valore del rapporto umano che si instaurava tra commerciante ed acquirente. Una chiacchierata, un sorriso, un consiglio, una battuta, magari anche una litigata. C’era tutto questo dietro la vendita di un semplice oggetto.
Con buona pace dei modernisti e degli amanti del click facile, queste chiusure non possono essere accettate a cuor leggero ma sono soltanto l’ultimo campanello di allarme di un territorio che stenta ad uscire da una crisi economica che da un decennio non accenna a mollare la presa.