L’omaggio di Gualdo Tadino a René Pascucci, il capitano gentile.

Nel premio Beato Angelo 2019 alla memoria di René Pascucci c’è tanto della redazione di Gualdo News. L’intervista che il nostro periodico Made in Gualdo realizzò a Esch sur Alzette nel 2013 a casa del grande calciatore della Jeunesse e poi la presentazione del libro di Tonio Attino “Il Pallone e la Miniera” da noi organizzata lo scorso luglio a Gualdo Tadino, hanno infatti contribuito non poco a far conoscere questa straordinaria figura e a sensibilizzare l’amministrazione affinché lo ricordasse in qualche maniera.

Fu proprio lo scrittore tarantino a chiedere al sindaco Presciutti che Gualdo Tadino pensasse ad un ricordo “perenne” di quello che in Lussemburgo è un personaggio praticamente leggendario.

Pascucci, classe 1926, è un figlio di Gualdo Tadino la cui famiglia emigrò in Lussemburgo così come altre migliaia di italiani. Renato fece della sua vita qualcosa di speciale lavorando e giocando a calcio con la maglia degli “operai” della Jeunesse d’Esch, solo e soltanto quella, indossandone la fascia di capitano per venti anni ininterrotti.

C’era René quel giorno del 1959 al Santiago Bernabeu di fronte a 80mila spettatori in Coppa dei Campioni contro il Real Madrid più forte di sempre, quello di Puskas e Di Stefano. C’era René in tante altre battaglie in bianconero, René “capitano dolce, gentile e prodigo di consigli per tutti i giovani” come lo ha ricordato Attino nel suo libro.

René se n’è andato pochi mesi fa, a 92 anni. Nel 2013 la nostra redazione era in Lussemburgo per un servizio sulla Jeunesse d’Esch e sui gualdesi che ne hanno vestito la gloriosa maglia, come Nazzareno Saltutti, Nello Saltutti e Jean-Pierre Barboni.
Venimmo a sapere di René Pascucci grazie ad un libro sfogliato distrattamente a casa di una nostra amica. Il cognome ci fece suonare un campanello d’allarme, ma fu quando leggemmo “Rigali” che ne avemmo la certezza: il capitano di quella Jeunesse che scrisse pagine di storia indelebili era uno di noi. Un elenco telefonico, una chiamata, una macchina a noleggio e ci ritrovammo seduti davanti ad un signore meravigliato di cotanto interesse.
Ci parlò di tutto e fu un’ora magnifica. Ci parlò del suo affetto per la terra di origine in cui veniva spesso per trovare i parenti. Qualche anno fa, in Umbria con un pullman turistico stava per chiedere all’autista di fermarsi. “Eravamo in Umbria e vicini a Gualdo, però alla fine non ne ho avuto il coraggio” – ci raccontò davanti ad un caffé e alle tante foto sparse sul tavolo che lo ritraevano insieme a campioni di cui noi abbiamo solo letto nei libri e visti in filmati in bianco e nero.

Martedì prossimo la figlia Diane, la stessa che ci aprì la porta di casa Pascucci in quel freddo pomeriggio lussemburghese, sarà in città per ritirare il premio e sarà come se quel pullman si fermasse solo ora per lasciare René a Gualdo. Stavolta per sempre.

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Redazione Gualdo News
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