Riceviamo e pubblichiamo un altro contributo sulla questione Comunanza – Rocchetta. Viene dall’associazione Gualdo Valore Comune, a firma della presidente Marta Morbidelli.
I lettori possono inviarci le loro opinioni all’indirizzo redazione@gualdonews.it. La decisione sulla pubblicazione spetta unicamente alla redazione.
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“L’Associazione neocostituita ‘Gualdo Valore Comune‘, partecipata da cittadini gualdesi, vuole dare un primo contributo al proprio territorio, partendo dal comunicato stampa della Comunanza Agraria, il quale ha pubblicato i termini di conciliazione con la società Rocchetta. Un buon inizio per stimolare il ragionamento e prendere coscienza circa alcuni punti fondamentali che riguardano il nostro patrimonio naturale, quel patrimonio di proprietà dei collettivi e di tutti i cittadini, non solo gualdesi. E per far questo, vorremmo soffermarci sul significato di beni demaniali elencati all’art. 822 del codice civile: sono i beni immobili o le universalità di mobili che appartengono ad enti pubblici territoriali, cioè allo Stato, alle Regioni, alle Province ed ai Comuni. Sono demaniali solo i beni che la legge indica come tali e quelli ad essi assimilabili. Tra il demanio necessario (comprende tutti i beni relativi a compiti affidati esclusivamente allo Stato, ed in taluni casi eccezionali, alle Regioni), vi è il demanio idrico.
Questo comprende tutte le acque destinate a fini di interesse pubblico: i fiumi, i torrenti, i laghi; le acque sorgenti, tranne quelle minerali e termali disciplinate come le miniere; le rive, i rivi e i fossati; le acque sotterranee quando sono portate in superficie; i ghiacciai; i porti e gli approdi per la navigazione interna.
Qual è la disciplina giuridica? Tutti i beni del demanio sono inalienabili, cioè non possono essere trasferiti ad altri soggetti. Non possono essere soggetti ad usucapione. Essi non possono essere soggetti ad espropriazione forzata, poiché neppure l’autorità giudiziaria o quella amministrativa possono sottrarre il bene alla destinazione che il legislatore gli ha attribuito. Il principio dell’inalienabilità, comporta inoltre la conseguenza che essi non possono formare oggetto di diritti di terzi, se non nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge. Il regime minerario delle acque minerali, termali e di sorgente, è stato trasferito dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario e oggi queste acque fanno parte del patrimonio indisponibile della Regione.
Solo nella Regione Toscana (in cui insiste il Comune di Vicopisano), con la legge regionale n. 38 del 2004 inerente le “Norme per la disciplina della ricerca, della coltivazione e dell’utilizzazione delle acque minerali, di sorgente e termali”, entrata in vigore, la Regione ha ridisciplinato interamente la materia delle acque minerali, di sorgente e termali ed ha attribuito solo ai Comuni le funzioni amministrative in materia di ricerca e coltivazione delle acque minerali, di sorgente e termali. Il comune di Vicopisano incassa quindi interamente il canone per la concessione delle acque, al posto della Regione.
In Umbria non è così. E’ la Regione Umbria la titolare di concessione di acque minerali. Ed è la sola, per legge, che ha diritto ad incassare il canone per la concessione delle acque. L’Umbria è una regione ricca di sorgenti idrominerali, dalle quali sgorgano acque di tipo oligo-minerale, medio-minerale e termale.
La regione ha compiti di: – rilascio permessi di ricerca – concessione per la coltivazione e per l’ utilizzazione delle acque del giacimento – valorizzazione delle sorgenti di acqua termale.
Sempre alla regione spettano le funzioni di vigilanza sulle attività di ricerca e coltivazione delle acque minerali, di sorgente e termali, mentre sono in capo alle ASL le funzioni di vigilanza sulle attività di utilizzazione.
Il riconoscimento delle acque minerali è competenza del Ministero della salute e avviene attraverso apposito decreto. Questa, secondo la legge, è la base di partenza per quanto concerne l’utilizzo e la gestione delle sorgenti di acque minerali. Alleghiamo la sentenza del TAR per l’Umbria N. 00050/2018, da cui sono tratte le informazioni utilizzate in questo articolo (cliccare qui).
Alle Comunanze Agrarie spetta, per i pozzi che insistono sui terreni gravati da uso civico, il risarcimento per la compressione dell’uso civico (vedi pag. 15 della sentenza del Tar allegata).
Premesso ciò, la Comunanza presenta una conciliazione alla società Rocchetta SpA, che prevede una serie di condizioni a fronte delle quali verrebbero stralciati tutti i ricorsi pendenti attualmente tra Comunanza e Rocchetta. Le condizioni, se non abbiamo letto male, sono:
1 – Lavori di sistemazione della Valle del Fonno e delle fonti secondo un progetto condiviso con la Comunanza (noi vorremmo aggiungere anche con il Comune di Gualdo Tadino e tutti i cittadini gualdesi, i proprietari collettivi tutelati dal diritto di uso civico);
2 – Il libero accesso a tutta la zona;
3 – Uno studio di bacino serio che indichi quanta acqua può essere prelevata da questa valle e l’istallazione di contatori che certifichino i prelievi reali;
4 – Rocchetta SpA potrà prelevare l’acqua fino al 2022. Alla scadenza del termine si procederà ad effettuare il procedimento di rilascio della nuova concessione mediante bando pubblico.
Ad oggi gli enti titolari di uso civico (le comunanze) non figurano tra i soggetti che debbono partecipare ai lavori della conferenza dei servizi, la quale rappresenta un modulo procedimentale riservato alle sole amministrazioni titolari di competenze pubblicistiche rilevanti. Tradotto, la Regione, nel decidere la proroga della concessione delle acque minerali, non è obbligata a sentire la Comunanza, ma solo il Comune, nonostante su quelle terre insista l’uso civico, perché l’acqua è un bene demaniale (vedi pag. 14 e 15 della sentenza allegata).
Inoltre, il TAR spiega alla Comunanza perché la Regione non è obbligata a fare una gara pubblica per la concessione delle acque (vedi pag. 12 e 13 della sentenza allegata). Se al momento la legge italiana è questa, viene spontaneo chiedersi come mai questa condizione sia all’interno di un documento di conciliazione presentato a Rocchetta, per chiudere le attuali liti pendenti. A meno che la Regione spontaneamente non accolga la richiesta di effettuare gara pubblica per il rinnovo delle Concessioni, non attualmente prevista dalle leggi italiane, non sappiamo cosa si debba fare di preciso. Cioè sembra una richiesta cui i soggetti verso cui è diretta la conciliazione, non possono adempiere. Semmai questa conciliazione dovrebbe essere presentata alla Regione Umbria, che al momento incassa interamente il canone di concessione dell’acqua.
5- Versamento di un’indennità alla Comunanza agraria di oltre 400.000,00 euro l’anno fino al 2022. Ci si domanda: se la Comunanza Agraria non è soggetto autorizzato a parlare o decidere sull’acqua, a che titolo chiede questo all’azienda concessionaria Rocchetta SpA?
Se l’interlocutore dell’azienda che aspira ad avere la concessione dell’acqua per legge non è la Comunanza e neanche il Comune (al momento per le sorgenti come spiegato sopra è prevista solo la Regione, per lo status di bene demaniale delle sorgenti d’acqua), come mai è stata fatta una richiesta di questo tipo? Al di là della risposta, non vogliamo comunque immaginare che proventi di qualsiasi tipo, derivanti comunque dallo sfruttamento delle sorgenti di acque, bene demaniale non sottoposto ad uso civico, inalienabile, oggi bene indisponibile della Regione, quindi non solo dei cittadini gualdesi, possa essere gestito in qualche maniera da un ente divenuto privato con la legge n. 168 del 2017. Perché lo sfruttamento di un bene demaniale, di così grande importanza per noi e per le generazioni future e che soddisfa un bisogno primario, deve essere regolamentato dallo Stato.
Riteniamo quindi che tutti i progetti che ricadano sul territorio gualdese, proprietà collettiva di tutti i cittadini gualdesi, che appartengono agli stessi in senso intergenerazionale, debbano essere partecipati, rappresentare tematiche di confronto nelle sedi istituzionali per raccogliere idee e suggerimenti al fine di valorizzare in modo eco-sostenibile il nostro patrimonio ambientale”.
© Associazione Gualdo Valore Comune