Sono passati sei anni da quando con Made in Gualdo ci spostammo in Lussemburgo per raccontare le vicende dell’emigrazione gualdese, ma soprattutto la storia della Jeunesse d’Esch, la squadra più blasonata del calcio lussemburghese, quella dei minatori italiani e di gualdesi come Nello Saltutti, Nazzareno Saltutti e Jean Pierre Barboni.
Belle storie, ma l’ultima fu l’intervista più suggestiva, anche perché casuale. Fu grazie a un libro sfogliato durante un caffè, una storia dell’emigrazione italiana nel Granducato, che scovammo un cognome familiare: Pascucci.
Caccia all’indirizzo, telefonata e René Pascucci, classe 1926, ci accolse nel tepore della sua abitazione dove trovammo, oltre al conforto dalla neve, una storia leggendaria da raccontare.
René, originario di Rigali, era il capitano della Jeunesse negli anni ’50 e come nelle favole più belle indossò la fascia di capitano anche al Santiago Bernabeu di Madrid, quando la Jeunesse sfidò in Coppa dei Campioni il Real Madrid. Non un Real qualsiasi, ma quello di Puskas e Di Stefano. Il più grande della storia. Di René non scoprimmo solo questo, ma anche una gualdesità mai sopita.
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Quell’intervista fu una sliding door pazzesca. Nel 2015 Tonio Attino, giornalista di Taranto, si reca a Esch per presentare Generazione Ilva, un libro sull’immenso polo siderurgico pugliese. Le analogie tra Taranto e Esch sono evidenti e non sfuggono certamente a Remo Ceccarelli, romagnolo nato in Lussemburgo e grande storico appassionato delle vicende italiane. Tra i due nasce un’amicizia “ferrea” (è il caso di dirlo), che porta lo scrittore tarantino ad innamorarsi della storia della Jeunesse. Un’amicizia che ci regala “Il Pallone e la Miniera”, un libro straordinario scritto da Attino che fonde calcio ed emigrazione e ce le fa vivere come un romanzo struggente, commovente, bello e nostalgico.
Nel bel mezzo della creazione del libro, nel 2017, Tonio Attino ci contatta dopo aver letto i nostri articoli sulla Jeunesse e su Pascucci. Cerca un numero telefonico, quello di Nazzareno Saltutti, ma trova nuovi amici. Inizia un’altra bella storia.
Lo scorso luglio Attino, Ceccarelli e Luigi Mezzacappa, che ha trasferito in immagini il libro con il docufilm Terre Rouge (che potete vedere alla fine di questo articolo), si ritrovano a Gualdo Tadino per parlare del libro, della Jeunesse, ma soprattutto di emigrazione. L’evento è organizzato dalla nostra redazione in collaborazione con il Museo dell’Emigrazione e il comune di Gualdo Tadino.
“Penso che Gualdo Tadino debba ricordare in qualche modo, quel capitano dolce, gentile e prodigo di consigli per i giovani, che era René Pascucci”. Queste furono le parole di Tonio Attino, rivolte più che altro alle istituzioni gualdesi. Sì, perchè René purtroppo se n’era andato qualche mese prima all’età di 92 anni.
La richiesta è stata accolta. La prima puntata lo scorso gennaio, quando alla memoria di René Pascucci viene consegnato il Premio Beato Angelo. A riceverlo la figlia Diane, la stessa signora che ci aveva aperto la porta della casa del “Capitano” in quella nevosa serata di sei anni fa.
La seconda puntata andrà in scena domenica prossima, 7 aprile, quando Gualdo News tornerà a Esch con Roberto Casaglia e Marco Gubbini. Con loro il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti che incontrerà il suo collega della città lussemburghese e i dirigenti della Jeunesse.
Prima della gara di serie A Jeunesse Esch – Strassen doneremo un ritratto in ceramica di Pascucci realizzato dal ceramista gualdese Danilo Passeri. Ritratto che resterà per sempre allo Stade de la Frontière, nello stesso campo che fu calcato da Nello e Nazzareno Saltutti, da Jean Pierre Barboni e dal capitano gentile René Pascucci. Lo stesso campo in cui “non c’era differenza tra minatori e calciatori”.
Dell’iniziativa vi terremo ovviamente informati tramite i nostri social, ma intanto già ringraziamo Remo Ceccarelli, Diane Pascucci e Danilo Ontano, altra leggenda della Jeunesse, sublimi organizzatori in loco dell’evento, e Franco Chiucchi, il fotografo gualdese ormai da tempo trasferitosi a Audun-le-Tiche, che immortalerà dei concittadini ricordare un altro concittadino.
E grazie a Tonio Attino, perché forse non si rende conto, ma ha contribuito non poco nel riconsegnare un figlio ad una città che ne ha dimenticati tanti, non per proprie colpe, in questa triste, ma anche bella, sicuramente affascinante, storia che è l’emigrazione.
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