Pineta di Rigali, convocata riunione-confronto il 9 maggio

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E’ in pieno atto un dibattito, con tanto di polemica, sul taglio degli alberi nella pineta di Rigali e il tutto si sposta dai social network alle istituzioni pubbliche e agli organismi di controllo.

Cerchiamo di andare per ordine.
Il 26 gennaio 2018, la Comunanza Agraria Appennino Gualdese pubblica sul suo sito la manifestazione d’interesse per il taglio di pinete di pino nero. Nel documento viene richiamata la “necessità di un intervento di diradamento su varie porzioni di pinete per evitare ulteriori danni fitopatologici già esistenti, i quali potrebbero propagarsi su altre pinete sane, procurando gravi ed irreversibili danni all’intero ecosistema esistente in loco”.
Per questi motivi, l’ente montano decise di procedere all’intervento “di taglio di diradamento di alcune superficie malate e di quelle arrivate alla maturità dello stato fisico vegetativo e che, per la loro densità e conformità, possono in breve tempo seccarsi con relativi moria e schianti”.

Il lavoro è stato aggiudicato alla ditta Duferco Biomasse Srl, che ha iniziato i lavori autorizzati dalla Comunità montana.

Il 30 aprile scorso l’ambientalista Mara Loreti pubblica su Facebook le foto degli interventi in corso e afferma, senza mezzi termini, che è in atto la “distruzione della pineta di Rigali” e che già da tempo si è rivolta agli organi di controllo. “Un nuovo modo di gestire il territorio è piombato a Gualdo Tadino – scrive la Loreti tra le altre cose – Vendere gli alberi maturi nel pieno vigore vegetativo ad una ditta di biomasse per farne profitto”.

A questo punto scoppia la polemica e, a stretto giro di posta, gli esponenti della Comunanza Agraria rispondono, sempre su Facebook, per fornire alcune precisazioni.
Innanzitutto puntualizzano che “l’intervento non rappresenta un taglio indiscriminato, ma fa parte di un piano di diradamento selettivo volto a salvaguardare e migliorare lo stato di salute delle pinete. Nello specifico, l’azione non è assolutamente un taglio della pineta, ma un intervento di diradamento dovuto per legge regionale n.28 del 2001 e successivo regolamento n.7, inserito a pieno titolo nelle opere di manutenzione selvicolturali per la salvaguardia delle pinete che hanno superato i 50 anni di età, in modo da preservarle da schianti e malattie dovute alla troppa densità di impianto”.

Quindi un intervento anche di prevenzione, che “si è reso ampiamente necessario dopo la constatazione dello stato di salute delle pinete gualdesi. Lo stesso WWF l’anno scorso richiedeva questo tipo di intervento per la salvaguardia del bosco” – ha detto la Comunanza.

Oggi, dopo che diversi cittadini hanno chiesto chiarimenti o espresso la propria opinione sui social con tanto di immagini, sulla questione è intervenuta anche l’associazione “Gualdo Valore Comune”.
Non abbiamo trovato più riferimenti – evidenzia la presidente di GVC Marta Morbidelli – alla malattia delle piante, però abbiamo chiesto spiegazioni ai soggetti interessati”.
L’associazione ha effettuato un accesso agli atti alla Comunità Montana Alta Umbria per ottenere le informazioni necessarie da fornire a tutti i proprietari delle terre collettive interessate. Da qui ecco i dubbi del sodalizio, che hanno indotto i suoi rappresentanti a chiedere chiarimenti nelle sedi individuate come competenti.

I cittadini gualdesi pur essendo i soggetti titolari della proprietà collettiva, non sono stati consultati, né conoscono la componente economica dell’operazione, parte fondamentale di qualsiasi bando pubblico. Gli ettari di terreno interessati sono 80, con il 67% degli alberi presenti diradati” – spiegano da GVC.

La manifestazione di interesse è stata avanzata da due ditte: la Duferco Biomasse Srl e la Legnami Marò di Francesca Romano entro il termine previsto del 15 febbraio 2018. Il successivo 2 marzo 2018 la Comunanza Agraria Appennino Gualdese ha richiesto l’offerta alle due ditte ed è stata selezionata la ditta Duferco Biomasse.

Purtroppo – sottolinea Marta Morbidelli – non abbiamo trovato menzione della relativa offerta economica. Vorremmo che la Comunanza provvedesse a rendere pubblica questa importante informazione, per tutte le attività che vengono fatte sulle terre che hanno in gestione per l’uso civico.Nella sezione “Albo Pretorio” del sito della Comunanza si trovano informazioni economiche per alcune attività, ma non per questa. La ditta aggiudicataria di questo bando ha presentato il progetto di taglio come richiesto dall’Appennino Gualdese e nel progetto di taglio si parla di ‘una porzione di bosco acquistata‘ dalla Duferco Biomasse”.

Se la ditta Duferco ha acquistato la porzione di bosco tagliata – ribadiscono da Gualdo valore comune – è giusto far conoscere ai proprietari collettivi gualdesi, il ritorno economico positivo di questa vendita”.

Secondo quanto sostenuto via posta certificata dal Settore Lavori pubblici e Ambiente, il Comune di Gualdo Tadino non è stato informato dell’operazione di taglio/diradamento. Inoltre, Gualdo Valore Comune elenca altre criticità, secondo loro da verificare, emerse dopo l’accesso agli atti alla comunità montana che ha autorizzato il taglio. E sono le seguenti.

  • l’area di taglio è in prossimità dell’area ZSC “M. Maggio – M. Nero IT5210014” di Gualdo Tadino, perciò sulla base della rete Natura 2000 è fatto obbligo, vista la vastità dell’area interessata, e la percentuale di taglio prevista, presentare la Relazione di Valutazione di Incidenza;
  • non risulta dagli Atti, che il Comune di Gualdo Tadino abbia rilasciato autorizzazioni sulla viabilità e apertura delle piste necessarie al taglio ed esbosco. “A meno che – dice Morbidelli – non fossero necessarie. Comunque non abbiamo ancora ottenuto risposta in merito”;
  • non sappiamo se è stata fatta la verifica di compatibilità’ paesaggistica degli interventi proposti. Il D.L. 22/01/2004 n°28 consente solo interventi che non alterino l’assetto idrogeologico del territorio, in zone considerate a rischio dissesto idrogeologico”;
  • dalle carte in nostro possesso, questa operazione ci sembra non si configuri come taglio colturale, sia per le caratteristiche del bosco, sia per l’assenza di un piano post-taglio atto a rigenerare il bosco stesso. Perlomeno ci chiediamo se per il taglio definito colturale e culturale, sia previsto un così elevato prelievo della massa legnosa”. 

L’associazione Gualdo Valore Comune il 2 maggio scorso ha chiesto quindi formalmente alla Comunanza (e per copia la richiesta è stata inviata anche al Commissario degli usi civici) di pubblicare la parte economica del progetto. Una richiesta è stata inviata anche alla Comunità montana, alla Regione, ai Carabinieri Forestali e al Sindaco, cioè quella di verificare se prima dell’autorizzazione del taglio, fosse necessario richiedere anche altre necessarie autorizzazioni, tipo quelle per la viabilità o l’applicazione del procedimento di Valutazione di Incidenza Ambientale.

Intanto ha risposto la Comunità montana fornendo l’autorizzazione al taglio/diradamento e le relazioni allegate. Inoltre il sindaco di Gualdo Tadino ha convocato una riunione-confronto per giovedì 9 maggio alle ore 11, che vedrà coinvolti tutti i soggetti e gli organismi di controllo interessati.

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