Uno dei pericoli più temuti dagli agricoltori sono le cosiddette gelate tardive che arrivano in primavera dopo che le colture hanno ricominciato a vegetare. In questa situazione, dicono gli esperti, il freddo compromette le nuove gemme degli alberi da frutto e danneggia la vegetazione erbacea degli ortaggi.
Infatti quando il termometro scende sotto lo zero, l’acqua contenuta nelle cellule delle piante ghiaccia, aumentando così di volume. Ciò porta alla rottura delle pareti cellulari e, di conseguenza, alla morte delle cellule.
Un timore in tal senso si era diffuso tra gli agricoltori della zona del gualdese per il repentino calo delle temperature di questi giorni di maggio, che hanno riportato addirittura la neve sulle montagne dell’Appennino, in particolare ieri sera quando il termometro è crollato, scendendo nella notte a +1,9 gradi.
“Quando tutto ormai sembrava perduto, una provvidenziale copertura nuvolosa di strati medio-bassi, a dire il vero giunta in ritardo, ha salvato la produzione agricola: la discesa si è fermata a +1,9°C, alle 3.40. Per maggio è una delle temperature più basse degli ultimi 20 anni. Ma non c’è stata la temuta gelata”, ha fatto sapere questa mattina la Stazione Meteorologica Palazzo Mancinelli.