“Un rumore lontano”, edito da Era Nuova, è l’ultima produzione letteraria di Matteo Bebi, il giovane scrittore gualdese che domenica 1 dicembre alle ore 18 verrà presentato al Teatro Talia.
Il libro è un romanzo storico che segue il precedente lavoro, “Poi si fece buio”, facente parte di una saga di tre romanzi storici, il cui capitolo conclusivo è verosimilmente atteso per il dicembre 2020.
La narrazione prende spunto da un personaggio del mio primo lavoro per andare ad indagare vicende storiche, folklore e leggende, stavolta spaziando in una logica di più ampio respiro, a livello europeo.
“In un momento storico come il nostro, di pessimismo e disfattismo, di difficoltà e divisioni generazionali e tra i popoli, mi sono permesso di raccontare il folklore che ci unisce, che lega le nazioni d’Europa, che ci stringe da sempre in un comune destino, pur contrassegnato da profonde diversità culturali – sottolinea Matteo Bebi – La storia gioca con luci ed ombre, ci parla di personaggi realmente esistiti, sussurra le disavventure e le passioni dei suoi protagonisti intrecciandole ai fatti reali di quegli anni, gli ultimi del XIII secolo. La componente magica ed immaginifica, già brevemente presente in “Poi si fece buio” si fa poi sempre più forte. Spunterà ancora quell’oggetto misterioso che lega tutti i libri.”
“Ho voluto legare la passione per la scrittura e per la storia, che mi contraddistingue da sempre, all’amore che provo per il luogo dove sono nato ma anche a quei posti che a volte, inspiegabilmente, ci danno l’impressione di essere come la nostra seconda casa. E forse in un’altra vita…”, evidenzia l’autore.
SINOSSI DEL ROMANZO – “Primavera del 1237. Gualdo sta bruciando, il vento si porta le urla della gente. Danno la colpa di tutto ad una donna che credono una strega. Il fumo delle case che ardono si solleva in pennacchi che oscurano un pallido sole. Clotilde scruta le forme mutevoli di quelle ceneri sospese nell’aria; paiono cambiar colore come quell’oggetto che stringe segretamente nella propria mano. Lo osserva incuriosita; brilla colpito dalla luce. La nube nera le appare attraverso le fronde degli alberi. Tutt’intorno un aspro odore di bruciato si spande e pervade il bosco. Sta fuggendo con i suoi genitori, li stanno inseguendo, non riesce a capire cos’abbia mai potuto fare di male suo padre Aloisio per meritarsi tanta cattiveria. Adesso non è più un gioco; ora è il momento di scappare, di andare lontano.Dopo “Poi si fece buio” una storia che ci porterà lontano dalle terre dell’Appennino umbro fino al profondo Nord, tra i flutti dell’Oceano Atlantico e le nebbie delle colline scozzesi.Tutti inseguono qualcosa… O forse è quel qualcosa ad inseguire loro. Uno spirito antico che riemerge dall’ombra per ammorbare il destino dell’Europa intera.C’è un frate che si aggira tra i resti della vecchia abbazia di San Benedetto di Gualdo. Quell’uomo annota tutto, vaga per quei ruderi afflitto dai rimorsi e appesantito dagli anni; non è solo, o almeno così gli sembra. Tra gli scheletri del vecchio villaggio aleggia ancora qualcosa di imponderabile.”