Tre milioni e trecentomila euro di beni confiscati a persone condannate e novanta accertamenti su sospette richieste di assunzioni lavorative di detenuti, al fine di far godere loro di un regime alternativo al carcere.
Questi i risultati più evidenti comunicati dalla Procura Generale della Repubblica a Perugia nel corso di una conferenza stampa, durante la quale sono stati tracciati i risultati ottenuti nel 2019, i compiti specifici delle singole aliquote (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza) e dell’U.Ge.C.O, l’Ufficio Generale di Coordinamento ed Organizzazione che è stato costituito nel 2016 ed è composto da personale di Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, del quale fanno parte due gualdesi: il maresciallo maggiore dei Carabinieri Claudio Zeni e il maresciallo ordinario dei Carabinieri Forestali Sandro Ercolani.
All’incontro, introdotto dal Procuratore Generale Fausto Cardella, erano presenti anche i sostituti procuratori Claudio Cicchella e Dario Razzi, il questore Mario Finocchiaro, i comandanti della Guardia di Finanza Benedetto Lipari, della Legione Carabinieri Massimiliano Della Gala e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf di Ancona, Guglielmo Sanicola.
L’Ugeco costituisce un vero e proprio gruppo di pronto intervento, in particolari situazioni relative alla sicurezza dei palazzi di giustizia e del personale presente, come ad esempio in occasione della nota vicenda dell’aggressione in danno di due magistrati del Tribunale Civile di Perugia, ed è di supporto al Procuratore Generale nella scelta del personale delle sezioni di Polizia Giudiziaria da assegnare alle Procure del distretto, fornendo, attraverso le proprie esperienze professionali, quanto necessario nella corretta assegnazione, interfacciandosi anche con i rispettivi Uffici di appartenenza
Il Procuratore Generale ha sottolineato il buon rapporto di collaborazione tra tutte le componenti del suo Ufficio, che insieme “hanno dato vita a un lavoro enorme”.
Evidenziati dai sostituti Cicchella e Razzi anche due aspetti del lavoro svolto dalla Procura Generale attraverso l’opera della Polizia Giudiziaria. Il primo è il recupero, attraverso sequestri patrimoniali, della somma di oltre 3 milioni e 300mila euro aggredendo beni o altre utilità nella disponibilità di alcuni condannati del Distretto di Perugia a questi direttamente o indirettamente riconducibili, il cui possesso era sproporzionato rispetto al proprio reddito o attività economica.
L’altro è il fondamentale supporto al Tribunale di Sorveglianza di Perugia riguardo la verifica dell’effettiva affidabilità dei richiedenti i benefici di regimi alternativi alla detenzione in carcere. In particolare l’attività investigativa ha l’obiettivo di verificare l’attendibilità di quanti offrono la loro disponibilità ad assumere detenuti, allo scopo di scongiurare assunzioni strumentali per garantire un regime alternativo alla detenzione. Dal mese di maggio ad oggi, su 160 istanze, sono stati approfonditi, soprattutto con mirati accertamenti economico finanziari, i profili di circa 90 richiedenti.
Al termine, rispondendo alle domande dei giornalisti, il Procuratore Cardella ha sottolineato il rischio di infiltrazioni in Umbria da parte della criminalità organizzata. “La situazione, lo dico facendo i debiti scongiuri, è ancora comunque sotto controllo – ha detto – Non c’è un Comune sciolto per mafia, però non dobbiamo pensare che non ci siano state infiltrazioni in altro modo. Stanno arrivando, ma noi siamo attrezzati. Le organizzazioni criminali – ha proseguito il Procuratore Generale – soprattutto la ‘Ndrangheta, entrano con il denaro, hanno una grossissima disponibilità di liquidi ed è facile in una situazione di crisi economica che questi denari diventino appetibili.”