Saranno intitolati al laico salesiano Antonio Dibitonto, da tutti i gualdesi conosciuto come il “Sor Antonio”, i giardini pubblici di viale Don Bosco. La cerimonia di inaugurazione è in programma domenica prossima 26 gennaio alle 9,15 in occasione della ricorrenza di San Giovanni Bosco.
L’amministrazione comunale di Gualdo Tadino ha voluto intitolargli questo parco pubblico “per suggellare a tal fine ricordo del Sor Antonio nella memoria locale, proprio innanzi all’Oratorio Salesiano che lo ha visto parte attiva nell’educazione dei ragazzi gualdesi fino alla sua morte”, come riporta la delibera di giunta. Nato a Barletta nel 1901 e morto a Gualdo Tadino nel 1987, ha trascorso nell’Oratorio Salesiano gualdese ben 35 anni della sua vita.
Così lo ricorda il Masci: “Veniva da Macerata dove aveva fondato il gruppo Macerata II. Fu il momento in cui il gruppo gualdese si ricompose in tutta la sua magnificenza per il lavoro capillare del nuovo arrivato. Il Sor Antonio aveva davvero un marcia in più. Veniva anche dalla grande esperienza di Torino dove aveva fondato un gruppo. Era carismatico, aggregante, comunicativo, trascinante, molto gradito dalle famiglie che gli affidavano una parte dell’educazione dei propri figli.
A 17 anni, alla morte del padre, si trasferì da Barletta a Torino dove già vivevano il fratello Savino e la sorella Serafina. Qui conobbe l’Oratorio Salesiano di Borgo San Paolo dove diventò assiduo frequentatore partecipando all’assistenza dei giovani. Vi fondò il primo gruppo Scout. Chiamato al servizio militare dovette sospendere la sua attività. Ma al suo rientro espresse la volontà di aderire all’Ordine Salesiano come Coadiutore. E subito volle dare ulteriore seguito al suo amore per il prossimo chiedendo di recarsi missionario. I superiori lo inviarono a Shillon, in India.
Dalla missione fu costretto a rientrare per un forte esaurimento. Fu a Torino dal 1935 al 1946 negli oratori di Bollengo, Rebaudengo, Bagnolo e alla Crocetta. In quegli anni riprese la sua attività nello scoutismo che si protrasse fino agli ultimi giorni della sua esistenza.
Salvo una breve parentesi a Faenza e Perugia, dal 1952 fu sempre a Gualdo Tadino. Fu l’Akela (personaggio del Libro della Giungla che nello scoutismo raffigura il capo dei Lupetti, ndr) più famoso dell’Umbria.
Di lui, per sottolineare il suo essere avanti ci piace ricordare quando un Natale ci fece realizzare un presepio con una culla inserita tra i grattacieli di un mondo contemporaneo. Un Dio non delle favole ma delle città, del vivere quotidiano. Ecco, un educatore proiettato nel mondo moderno del quale cercava di far conoscere le difficoltà e gli inciampi che la vita avrebbe potuto riservare ad ognuno di noi immersi nel mondo dell’avventura come ambientazione della vita scout.“
La giunta comunale, allo stesso tempo, ha variato la denominazione della via A. Dibitonto (una traversa di viale Don Bosco) intitolandola al Cav. Giovanni Lamincia, originario di Deruta ove fu docente di ceramica per 16 anni nel locale Istituto d’Arte. Trasferitosi a Gualdo Tadino nel 1954, continuò la tradizione di Alfredo Santarelli rilevandone i laboratori e fondando poi la manifattura La Francescana. Questa azienda fu una fucina di tanti ceramisti gualdesi, specializzata nella produzione di oggettistica dipinta a mano in stile tradizionale ispirata a quella del Santarelli, destinata soprattutto all’esportazione, che fu operativa a Gualdo Tadino fino al 1987.