Una lettera a firma dei sindaci della Zona Sociale 7 per rivedere il piano di gestione dei posti letto per l’emergenza coronavirus è stata inviata all’Assessore Regionale alla Sanità Luca Coletto e al Direttore regionale Claudio Dario.
Nella giornata di ieri, durante una seduta dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Coletto aveva comunicato l’individuazione dell’ospedale di Branca, nell’eventualità di una emergenza in Umbria dell’infezione coronavirus, come il nosocomio adatto per accogliere gli infetti con sintomatologie importanti.
I sindaci e le amministrazioni dei Comuni Di Gubbio, Gualdo Tadino, Fossato di Vico, Scheggia e Pascelupo, Sigillo e Costacciaro, pur dicendosi pienamente consapevoli dello stato di emergenza e necessità che sta affrontando l’intero sistema sanitario nazionale e “nella piena disponibilità a garantire ogni forma di supporto ed assistenza, non soltanto alla propria cittadinanza, ma all’intera popolazione del territorio regionale e di quello limitrofo, chiedono congiuntamente di rivedere sostanzialmente l’atto di indirizzo denominato “Piano gestione posti letto emergenza coronavirus”.
“Teniamo a sottolineare che l’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino sta attualmente funzionando a pieno regime – scrivono Stirati, Presciutti, Ferracchiato, Fugnanesi, Vergari e Capponi – In particolare garantisce interventi chirurgici complessi, vede una continua crescita del punto nascita con pazienti che provengono anche, in notevole misura, dai territori fuori regione, è sede regionale del centro di fibrosi cistica, garantendo un’eccellenza nella diagnosi e cura di tale patologia ed accoglie al suo interno un servizio territoriale come quello della RSA. Lo smantellamento di tali servizi, di tutta evidenza incompatibili con la gestione dei pazienti affetti da COVID19 sia che necessitino o meno della terapia intensiva, comporterebbe un danno economico e di assistenza sanitaria non solo per il nostro territorio ma per tutta la regione Umbria.“
I sindaci propongono quindi di dedicare tutti gli ospedali di primo livello all’accoglienza di tutti quei casi che necessitano di terapia intensiva, non riferibili alla patologia conseguente all’infezione da Covid-19, e di destinare un ospedale di base, che non avendo l’emergenza non subirebbe lo smantellamento di servizi attivi e funzionanti, alla riconfigurazione per l’accoglienza di pazienti Covid-19 sia con sintomatologia non grave che con sintomatologia grave.
“In questo modo – concludono i sindaci della Fascia Appeninica, chiedendo un incontro con l’assessore regionale e con il direttore regionale alla salute – si potrà continuare a garantire un’offerta ospedaliera su scala Regionale che risponda, anche in questo momento di allarme nazionale, a tutte le necessità sanitarie della popolazione, in maniera omogenea e senza gravare in un’unica area territoriale a svantaggio di una parte di cittadini.”