Provvedimenti anche verso gli operatori sanitari che nella giornata di ieri hanno inscenato una finta corsa dei Ceri nelle corsie dell’ospedale di Gualdo Tadino – Gubbio (foto sopra dai social). Il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti, nel commentare l’ordinanza di stamane che chiude di fatto i ‘confini’ tra i due comuni fino alla fine di Maggio, auspica anche per loro “misure e provvedimenti urgenti ed esemplari“.
Da oltre due mesi questa guerra si sta combattendo nelle corsie ospedaliere e, in effetti, simulare la corsa dei Ceri con tanto di musica in sottofondo nel pronto soccorso di un ospedale non è stato di cattivo gusto: forse un po’ di più.
“Mi hanno fatto male le immagini di scene incomprensibili e gravi – scrive Presciutti – all’interno dell’ospedale comprensoriale di Branca. Non si può, in servizio e in piena pandemia, correre in corsia con un cero seppur in miniatura. Non è accettabile che si usino gli altoparlanti dell’ospedale per mandare a tutto volume la musica della festa. Anche in questo caso occorrono provvedimenti ed esemplari che ovviamente non competono a me. Tutto ciò non può in alcun modo essere tollerato“.
Riferendosi al provvedimento di chiusura, Presciutti commenta come questo sia stato “inevitabile e necessario, anche se mi rammarica molto. La cosa che più mi ferisce è che per il comportamento scriteriato e vergognoso di pochi si debbano purtroppo chiedere nuovi sacrifici a tutti, ma purtroppo non ci sono alternative. Mi auguro che chi di dovere prenda tutti i provvedimenti necessari per garantire la salute di tutti e punire in maniera esemplare i responsabili di questi indecenti episodi di vera inciviltà“.
“Agli amici eugubini – dice il primo cittadino gualdese – che in tantissimi in queste ore mi hanno manifestato stima, vicinanza ed affetto dico semplicemente che non si devono vergognare della loro splendida città. Devono piuttosto prendere in maniera forte e decisa le distanze da questi facinorosi irresponsabili e purtroppo accettare altri 14 giorni di sacrifici inevitabili”.
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